«Dividersi ora sarebbe inaccettabile e imperdonabile». Nel discorso che ha scandito la tradizionale cerimonia al Quirinale per celebrare la Festa della Repubblica, il capo dello Stato Sergio Mattarella ha richiamato all’unità. Un monito rivolto soprattutto alle forze politiche perché, è il pensiero dell’inquilino del Quirinale, adesso è il momento della ripartenza e vi è bisogno di compattezza nelle decisioni: «Abbiamo detto tante volte che noi italiani abbiamo le qualità e la forza d’animo per riuscire a superare anche questa prova. Cosi’ come abbiamo ricostruito il Paese settant’anni fa. Lo abbiamo visto nelle settimane che abbiamo alle spalle. Abbiamo ritrovato, nel momento più difficile, il vero volto della Repubblica». Parole chiare, quelle di Mattarella. Che oggi è tornato a scandire il richiamo all’unità da Codogno, dove si è acceso il primo focolaio di questa emergenza sanitaria che ha travolto l’Italia intera e in modo particolare la Lombardia.
«Qui nella casa comunale di Codogno oggi è presente l’Italia della solidarietà, della civiltà, del coraggio. In una continuità ideale in cui celebriamo ciò che tiene unito il nostro Paese: la sua forza morale. Da qui vogliamo ripartire. Con la più grande speranza per il futuro», ha detto Mattarella, parlando nel cortile del municipio. Accolto dagli applausi della cittadinanza, Mattarella ha poi deposto una corona di fiori al cimitero, sottolineando il valore del ricordo: i “vuoti” lasciati dalle vittime «sono ferite, che possiamo tentare di ricucire soltanto con il ricordo: ricordando nomi, volti, storie, tutti, uno per uno».
E dunque «occorre pensare a un modo efficace e comune per accogliere e custodire questa memoria e per rappresentare il pensiero di omaggio dell’Italia per le vittime di questa epidemia», durante la quale «ci sono stati migliaia di gesti solidali e coraggiosi, altruismo e abnegazione. Si è manifestato un patrimonio morale presente nel nostro Paese, spesso sommerso, che va esaltato e messo a frutto. E’ il sommerso del bene, che va fatto affiorare e prevalere affinché caratterizzi in modo positivo la ricostruzione che attende la nostra società». Mattarella ha infine espresso nuovamente «la riconoscenza della Repubblica a quanti si sono prodigati per curarli e assisterli, negli ospedali, nei presidi sanitari, a domicilio, senza domandarsi chi fossero, senza chiedere da dove venissero, che idee professassero, ma guardando soltanto al loro essere persone». E ha ringraziato «presidenti di Regione, sindaci e governo nazionale» per aver «affrontato il vortice dell’emergenza», causato da un’epidemia «sconosciuta anche alla scienza» e «imprevedibile» nella sua evoluzione, senza le strutture «proporzionate alla dimensione del contagio».
Il richiamo all’unità, tuttavia, è caduto (per il momento) nel vuoto. A Piazza del Popolo a Roma è di scena la manifestazione (di protesta) del centrodestra, con tanto di assembramento (inevitabile) e di numerosi casi di mancata osservanza dell’obbligo della mascherina. A seguire Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani sono in migliaia. Srotolano un tricolore che da Piazza del Popolo si snoda per trecento metri per via del Corso.
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martedì, 2 Giugno 2020 - 13:59
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