Maxi frode fiscale, sequestro da 20 milioni di euro: ci sono anche una mega villa in Sardegna e un quadro di Picasso

Alessandro Jelmoni quadri

Due ville di lusso ma soprattutto opere d’arte, tra le quali quadri di Picasso, Lorenzo De Caro e Niccolò Cassana. E’ il patrimonio sequestrato stamattina ad Alessandro Jelmoni, condannato in primo grado, nei giorni scorsi, a 10 anni e 7 mesi per frode fiscale e trasferimento fraudolento di valori attraverso società estere. Il sequestro è stato deciso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ed è stato eseguito dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Finanza.

Complessivamente i baschi verdi hanno messo sotto chiave due lussuose ville con 20mila metri quadri di terreni e 67 oggetti d’arte e di antiquariato, tra cui dipinti di Pablo Picasso, Lorenzo De Caro e Niccolò Cassana, e varie sculture mobili ed oggetti di arredo, argenterie, gioielli antichi, pendoli ed orologi, risalenti al XVII e XVIII secolo. Valore complessivo dei beni requisiti: 20 milioni di euro.
Jelmoni – che vive nel capoluogo lombardo ma risulta iscritto al registro degli italiani residenti all’estero dal 1992 – era finito sotto i riflettori della procura di Milano perché creava creava complessi schemi di evasione fiscale internazionale per imprenditori italiani. Per gli inquirenti era il «promotore di un’associazione per delinquere a carattere transnazionale con interessi in Italia, nel Granducato di Lussemburgo, nella Confederazione elvetica e in Gran Bretagna, dedita al riciclaggio di ingenti proventi derivanti da evasione fiscale, realizzata mediante la costituzione di società estere aventi sede anche in paradisi fiscali».

Le ville sequestrate
C’è anche una enorme e lussuosa villa ad Arzachena, in Sardegna, comprata nel 2007-2008 per 16,5 milioni di euro, tra i beni sequestrati ad Alessandro Jelmoni. I giudici, disponendo il sequestro come misura di prevenzione, hanno accertato la sua «pericolosità social» dal punto di vista economico-finanziario. In 10 anni, come emerso dalle indagini, Jelmoni avrebbe dichiarato al Fisco italiano meno di 5 mila euro lordi, mentre aveva comprato, appunto, una villa da 16,5 milioni in Sardegna e viveva in centro a Milano, pagando circa 110mila euro di affitto all’anno. La villa costituisce una buona parte del valore dei beni a lui sequestrati, mentre il valore delle opere d’arte a cui sono stati messi i sigilli e’ di circa 1,5 milioni.

Il procuratore Greco: in aumento riciclaggio con opere d’arte
«L’investimento in opere d’arte rappresenta una delle più efficaci, ricercate e remunerative strategie di riciclaggio di proventi illeciti riscontrate in ambito internazionale», sottolinea il procuratore di Milano Francesco Greco in una nota stampa. Il procuratore parla di complesse indagini «che hanno richiesto, tra l’altro, l’esecuzione di articolati accertamenti bancari, diretti a riscontrare l’origine delle provviste impiegate» e «l’analisi di ingente documentazione contabile e societaria» per «ricostruire le operazioni sottese agli investimenti immobiliari e finanziari» attraverso «strutture offshore opache». Nelle indagini c’è stato anche un «proficuo scambio di dati e informazioni pervenuti dal collaterale Organismo lussemburghese, per tramite del Comando Generale-II Reparto della Guardia di Finanza».

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venerdì, 5 Giugno 2020 - 17:02
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