Uccise un camionista nel 1991, ergastolo annullato e poi confermato: dopo 29 anni il killer latitante catturato nel Nolano

aula tribunale

Condannato all’ergastolo per un omicidio compiuto nel 1991, si nascondeva da mesi in un’abitazione di Palma Campania. I carabinieri lo hanno trovato nell’appartamento in compagnia di una donna denunciata per favoreggiamento della latitanza insieme al marito, proprietario della casa.

Elia Nunziata, il 60enne di Nola arrestato dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, ha subito la condanna all’ergastolo per l’omicidio di un camionista avvenuto il 21 ottobre del 1991 ad Acerra nel corso di una rapina. La vittima, il 28enne Daniele Lamperte di Olgiate Comasco, fu assalito da una banda di rapinatori che allora scorrazzava per le strade del Nolano e del Napoletano: trasportava un carico di nocciole del valore di 70milioni di lire. Quando i rapinatori lo affiancarono si ribellò poi Nunziata, come ha accertato il processo, lo freddò con due colpi di pistola al petto.

Elia Nunziata fu incastrato da prove e testimonianze e condannato nel 1996 all’ergastolo; ma da quell’anno iniziò anche una incredibile vicenda giudiziaria. Il verdetto di condanna fu confermato in Appello solo nel 2007, undici anni dopo il primo grado. La sentenza definitiva arriva con la pronuncia della Cassazione nel 2008 e lui viene arrestato a Roma, nell’ippodromo di Tor Bella Monaca.

Sconta 3 anni di carcere, poi scatta l’istanza di revisione (prima in corte di Appello a Roma – che la boccia – poi in Cassazione). La Cassazione trasmette il fascicolo a Perugia e i giudici riaprono di fatto il caso partendo da uno degli accusatori di Nunziata, Lucio Addeo, intanto suicidatosi, che avrebbe scritto su un biglietto a Nunziata : “Ho mentito”. Ciò nonostante l’istanza di revisione è respinta anche a Perugia, nel 2013.

Due anni dopo i legali di Nunziata presentano istanza di incidente probatorio per ascoltare nuovamente un pentito, 25 anni dopo il delitto, e chiedere poi nuovamente la revisione. La Corte di Appello, vista anche la presenza di due nuovi testimoni, riapre il processo e Nunziata viene assolto da tutte le accuse il 10 maggio del 2016. La Procura generale prepara l’impugnazione e così si arriva all’ultimo processo, il 27 marzo del 2019. Il sessantenne nolano viene nuovamente condannato all’ergastolo dalla Corte di Appello ma l’imputato è ormai uccell di bosco. Fino a ieri, quando i militari dell’Arma hanno circondato l’edificio in cui si rifugiava da settembre alla periferia di Palma Campania. Alle 19 è scattato il blitz.

I carabinieri hanno circondato l’intero edificio e hanno sorpreso il latitante, che non ha opposto alcuna resistenza, in compagnia di una donna. La donna e il marito della proprietaria dell’abitazione, un 59enne imprenditore del luogo, verranno denunciati a piede libero poiché ritenuti responsabili di aver favorito la latitanza del fuggitivo. Nel corso delle perquisizioni l’arrestato è stato trovato in possesso di circa 600 euro, un telefono cellulare e due sim card, tutto sottoposto a sequestro.

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venerdì, 5 Giugno 2020 - 11:04
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