Truffe sui biglietti di Vasco Rossi, sei denunciati. Oscurati otto siti cloni

Concerto

Truffano centinaia di fan che avevano acquistato i biglietti del tour 2018 di Vasco Rossi. Individuato un sodalizio di cybercriminali che aveva clonato il sito di un’importante agenzia di vendita di ticket online. Sei gli indagati. L’analisi dei flussi finanziari e le evidenze probatorie raccolte dagli inquirenti hanno consentito di identificare in due giovani insospettabili professionisti della provincia di Sassari gli ideatori del progetto criminale. Tra i delitti contestati: associazione per delinquere, sostituzione di persona, turbativa della libertà dell’industria e del commercio, contraffazione del marchio, indebito utilizzo di carte di credito e truffa continuata.

Oscurati gli otto siti clone su richiesta della Procura della Repubblica di Bologna al G.I.P. presso il Tribunale di Bologna. Si tratta di privatetickets.it, privatetickets.eu, vivaticket.eu, vascorossi.co, privateticket.eu, vivatickets.eu, privateticket.it e nonstoptickets.eu. Si ritiene che i proventi delittuosi per la sola frode dei falsi accessi ai concerti del tour “Non stop live 2018” si attestino su una cifra ben superiore ai 500.000.

Le vittime sono circa 1400 che, indotte in errore dalla denominazione dei siti, hanno creduto di trovarsi sul sito ufficiale gestito dalla Best Union Company S.p.A., società bolognese titolare del sito internet vivaticket.it, quando hanno effettuato il pagamento (come indicato dal sito) del ticket. Il giorno del concerto, avendo nel frattempo ricevuto, tramite corriere, il “qrcode” da presentare in biglietteria per il ritiro, hanno realizzato, con loro grande delusione, che presso i varchi non vi era alcuna biglietteria e che il codice in loro possesso non era valido

La Best Union Company S.p.A., unica società autorizzata a vendere i biglietti per il concerto dell’artista di Zocca, dopo la segnalazione di centinaia utenti truffati, ha denunciato quanto accaduto alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bologna che ha avviato l’indagine e individuato otto siti “cloni”, creati in modo da confondere l’utente e fargli credere di essere sul sito originale.

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sabato, 6 Giugno 2020 - 10:24
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