Detenuto spogliato e picchiato, chiesto il rinvio a giudizio di 3 agenti della Penitenziaria: accusati di tortura

Carcere

In occasione di una perquisizione, tre agenti della Polizia penitenziaria in servizio – all’epoca dei fatti contestati – nel carcere di Ferrara avrebbero obbligato un detenuto a spogliarsi, lo avrebbe fatto inginocchiare e lo avrebbero percosso. Con l’accusa di tortura, i tre agenti dovranno adesso comparire in un’aula di Tribunale: il pubblico ministero Isabella Cavallari della procura di Ferrara ha chiesto il rinvio a giudizio dei tre agenti, l’udienza preliminare è fissata per il 9 luglio danni al giudice Danilo Russo. Secondo l’accusa, i tre hanno agito «con crudeltà e violenza grave» approfittando «della condizione di minorata difesa derivante dall’averlo ammanettato».

Agli atti dell’inchiesta vi sono le dichiarazioni del detenuto. Durante il pestaggio (avvenuto il 30 settembre), uno dei tre agenti avrebbe proferito la seguente frase: «Qui non c’é nessuno, comandante e ispettore sono solo io». Il detenuto aveva chiesto del comandante del reparto del carcere.

Il processo è stato chiesto anche per un’infermiera del carcere, alla quale sono contestati i reati di falso e favoreggiamento perché avrebbe attestato e dichiarato falsamente di aver visto il detenuto sbattere la testa contro un blindo.. «Esiste un fatto principale che è quello che viene contestato agli agenti. E un fatto secondario, contestato alla mia assistita, che avrebbe cercato di agevolare l’impunita’ di questi soggetti. Intanto bisogna dimostrare che siano colpevoli, e lo ritengo arduo, e poi, in secondo luogo, se le dichiarazioni della mia assistita siano ‘pro reo’ o se effettivamente, come è successo, siano in buona fede: ha riportato quello che ha visto», ha commentato l’avvocato Denis Lovison, difensore dell’infermiera.

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lunedì, 15 Giugno 2020 - 14:22
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