La Direzione investigativa antimafia, coordinata dalla procura di Marsala, ha eseguito la confisca di beni per 250mila euro nei confronti di Gaspare Como, cognato del boss Matteo Messina Denaro, latitante dal 1993. L’uomo, commerciante a Castelvetrano, ha sposato Bice Maria Messina Denaro; sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, è detenuto per associazione a delinquere di tipo mafioso ed ha subito la confisca a seguito della condanna definitiva di Como a 3 anni e 6 mesi di reclusione, per trasferimento fraudolento di valori. Per concorso nel medesimo reato sono stati condannati Gianvito Paladino (un anno e 6 mesi) e Bice Maria Messina Denaro.
I beni sottoposti a confisca, già sequestrati dalla Dia nel 2013, sono un’attività commerciale di abbigliamento, un locale di circa 200 metri quadri intestato a Valentina Como (sorella di Gaspare) e un’auto di grossa cilindrata. Gaspare Como, mentre scontava la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, dopo aver espiato una lunga detenzione in carcere, aveva avviato una fiorente attività commerciale a Castelvetrano e continuato a fare investimenti in beni mobili e immobili, nonché in aziende, intestando- secondo gli inquirenti – tutto a terze persone. Ma si è arrivati al vero proprietario grazie all’esame delle movimentazioni bancarie degli indagati (sui cui conti operava esclusivamente il Como, apponendo anche firme false) e alle intercettazioni telefoniche sulle utenze delle aziende.
Nel 2018, è stato nuovamente sottoposto a sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, su proposta del direttore della Dia, e arrestato, insieme a Rosario Allegra (altro cognato di Matteo Messina Denaro, poi deceduto) e numerosi altri presunti affiliati a Cosa nostra, perché ritenuto il reggente della famiglia mafiosa di Castelvetrano.
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martedì, 23 Giugno 2020 - 08:41
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