Polmoniti ‘anomale’ all’ospedale di Alzano tra dicembre e febbraio: inchiesta della Procura di Bergamo

L'ospedale di Alzano Lombardo

Un approfondimento investigativo su una serie di casi di polmoniti ‘anomale’ registrate tra dicembre e febbraio all’ospedale di Alzano, cittadina che insieme a Nembro è stata epicentro dell’emergenza Coronavirus in Italia. La Procura di Bergamo ha aperto un fascicolo di indagine per approfondire la gestione dell’emergenza partendo proprio dal dato sulle polmonite atipiche nel nosocomio della Val Seriana verificatesi prima del 23 febbraio e già oggetto di altra indagine.

Secondo i numeri dell’Ats Bergamo e dell’Asst Bergamo Est, forniti al consigliere regionale di Azione Niccoò Carretta, da novembre 2019 a gennaio 2020 ad Alzano Lombardo i pazienti colpiti da polmoniti con ‘agente non specificato’ sono stati 110: su queste persone non è stato fatto tampone, dunque non si può affermare con certezza che si trattasse già di Covid-19. Queste polmoniti sono state 18 a novembre, 40 a dicembre e 52 a gennaio. In tutto il 2019 256 contro le 196 dell’anno prima, un aumento di circa il 30%. Una ‘anomalia’ che è anche oggetto di approfondimento investigativo della Procura, così come la mancata istituzione della zona rossa.

Oggetto dell’inchiesta anche la gestione da parte del Pronto soccorso dell’ospedale di Alzano, dove due pazienti poi deceduti il 23 febbraio risultarono positivi: test fatto nonostante le direttive del Ministero della Sanità del 27 gennaio non lo prevedessero per chi non aveva avuto contatti con la Cina o con persone che erano state in Cina (come avvenuto a Codogno dove due medici forzarono i protocolli per fare il test a quello che poi sarebbe diventato il paziente uno in Italia) , a differenza di quella del 22 gennaio che invece prevedeva controlli in caso di decorso clinico sospetto. Il Pronto soccorso fu chiuso per due ore e poi riaperto.

Sull’inchiesta giudiziaria si è aperto lo scontro politico tra Lega e Partito democratico. I Dem hanno attaccato apertamente, ancora una volta, la gestione dell’emergenza da parte della Regione a guida leghista: «Come è possibile – ha affermato il segretario del Pd lombardo Vinicio Peluffo – che il 21 febbraio, giorno della scoperta del primo caso di Coronavirus a Codogno, Fontana e Gallera siano stati colti di sorpresa quando già da novembre negli ospedali bergamaschi divenuti epicentro del virus i medici segnalavano decine di pazienti con polmoniti anomale e dalle cause sconosciute? Perché Regione Lombardia, di fronte a episodi così importanti non ha deciso di indagare, di andare a fondo». Il Pd lombardo parla poi di «incapacità» dei vertici della regione, ma la risposta della Lega non si è fatta attendere: «Anche i primi tamponi fatti ad Alzano sono stati eseguiti contraddicendo le circolari del Ministero. I consiglieri del Pd vogliono spiegazioni su questo fatto increscioso? Chiamino il loro ministro della Sanità e smettano di perdere tempo attaccando la Regione» ha affermato il capogruppo della Lega al Pirellone, Roberto Anelli.

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mercoledì, 1 Luglio 2020 - 10:16
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