Appalti, con l’emergenza Coronavirus persi 19 miliardi. L’Anac frena sui super commissari

Lavori edili

L’emergenza Coronavirus affossa anche il valore degli appalti, che nel primo quadrimestre del 2020 in cui si è registrato il picco di contagi, hanno subito un calo generale del 33% e del 50% solo al Nord con una perdita di 14 miliardi rispetto al 2019. I numeri sono quelli forniti dall’Anac, l’autorità anti corruzione dal cui dossier, reso noto in questi giorni, emerge che a causa del Covid 19 non sono state perfezionate, 22mila procedure di gara, per un valore di 23 miliardi di euro sebbene, considerato che il tasso di perfezionamento delle procedure si aggira intorno al 90%, circostanza che dovrebbe rendere meno negativi i dati sinora emersi.

Tra le criticità legate all’attuale emergenza l’Anac segnala l’abnorme lievitazione dei prezzi rispetto a quelli riconoscibili ante emergenza e la loro forte variabilità sul territorio nazionale e scostamento nella qualità e quantità delle forniture rispetto alle caratteristiche richieste. Nel primo quadrimestre la Banca dati nazionale dei contratti pubblici (Bdncp) detenuta dall’Anac ha registrato 61.637 procedure connesse all’emergenza sanitaria, per una spesa complessiva di 3 miliardi. La voce più significativa è quella relativa alla fornitura di dispositivi di protezione individuale (dpi), che da sola rappresenta quasi il 70% del totale: mascherine (oltre un miliardo, il 38%) e altri dpi come guanti, camici e visiere (942 mln). Solo il 3% per i tamponi.

C’è poi la criminalità organizzata. Il trend del fenomeno corruttivo delle mafie «è in continuo aumento – ha affermato il presidente Francesco Meloni –  Nel 2019 sono stati comunicati 633 provvedimenti di interdittiva Antimafia, contro i 573 del 2018, il 10% in più, e dal 2015 siamo circa a 2.600. Il dato è molto preoccupante perché le organizzazioni criminali ricorrono sempre più spesso a sistemi corruttivi per raggiungere i loro scopi, approfittando anche delle situazioni emergenziali come quella in corso, con effetti devastanti sul sistema economico e sulle imprese sane, già pesantemente colpite dalla crisi». Merloni.

«Sembrano riaffacciarsi in questi giorni – continua Meloni – ipotesi rischiose come quelle di un largo utilizzo dei ‘super-commissari’, del ‘modello Genova’ per alcuni appalti sopra soglia, con amplissime deroghe, e l’affidamento diretto fino a 150.000 euro senza alcuna consultazione delle imprese. Non è togliendo le regole che il sistema funziona meglio. Al contrario, le deroghe indiscriminate creano confusione e le imprese non hanno punti di riferimento e si rischia di favorire la corruzione e la paralisi amministrativa».

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venerdì, 3 Luglio 2020 - 08:17
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