Salvini torna a Mondragone dopo le contestazioni, blitz mattutino: «A quest’ora quelli dei centri sociali dormono»

matteo salvini
Salvini a Mondragone

Matteo Salvini aveva promesso che sarebbe tornato «presto» a Mondragone. Al massimo entro una settimana». E’ stato di parola e anzi ha anticipato il ritorno nella cittadina del Litorale Domizio dove, lo scorso 29 giugno, aveva trovato ad accoglierlo non solo i sostenitori ma anche un nutrito gruppo di contestatori che l’avevano costretto a terminare il comizio e ad annullare la tappa serale della due giorni che si è poi conclusa il giorno dopo a Castel Volturno, anche qui con qualche contestazione.

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Stavolta Salvini ha deciso di arrivare ‘alla chetichella’, senza annunci, proprio per evitare che venissero organizzati altri ‘comitati di accoglienza’ e infatti a salutarlo ha trovato solo i suoi sostenitori e con loro si è concesso la consueta sfilata di selfie e foto di gruppo (senza mascherina). L’arrivo del leader leghista peraltro è blindato, vista la presenza delle forze dell’ordine: appena arrivato a Mondragone, diventata cittadina simbolo della campagna elettorale leghista dopo le schermaglie col governatore De Luca sul focolaio nelle palazzine ex Cirio, ha riservato il primo pensiero proprio ai contestatori del 29 giugno: «Sono tornato di mattina perché a quest’ora quelli dei centri sociali dormono perché la notte si ubriacano – ha dichiarato – Voglio incontrare la gente onesta di Mondragone».

Il battesimo dell’ex ministro dell’Interno nella difficile seppur bellissima zona del litorale Domitio era stato al alta tensione. Tra tifosi che avevano esposto striscioni in suo favore e cittadini che in maniera isolata lo contestavano si sono aggiunti poi alcuni esponenti dei centri sociali che gli hanno impedito di continuare a parlare alla folla. Dopo la contestazione, promise che sarebbe tornato quanto prima.

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venerdì, 3 Luglio 2020 - 10:57
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