La violenza ci fu. Vincenzo Albertini, presidente di ‘Napoli Sotterranea’, bloccò una guida turistica in uno dei cunicoli, palpeggiandola e pretendendo atti sessuali più spinti. Oggi pomeriggio i giudici della quinta sezione, collegio A, del Tribunale di Napoli (presidente Cristiano) hanno chiuso il dibattimento con un’affermazione di responsabilità dell’imputato, che dal canto suo ha sempre respinto l’accusa. Un anno e otto mesi, pena sospesa, è la condanna disposta.
Una pena più bassa rispetto ai sette anni di reclusione chiesti dal pubblico ministero Stella Castaldo nella requisitoria che si è tenuta il 20 gennaio scorso. Il Tribunale ha riconosciuto la minore gravità del fatto, ragion per cui l’entità della condanna sentenziata si è discostata da quella proposta dalla procura. I giudici, inoltre, hanno trasmesso gli atti in procura per procedere contro cinque testi della difesa per falsa testimonianza.
Al processo era costituita parte civile la 34enne che con la sua denuncia ha dato la stura all’indagine. Parte civile anche il Comune di Napoli. Secondo l’impostazione accusatoria, il 30 gennaio del 2017 Vincenzo Albertini abusò della ragazza che all’epoca dei fatti era dipendente dell’associazione culturale nella zona del teatro, la Summa Cavea. La donna si trovava lì per ragioni di lavoro, quando – ha raccontato la donna alle forze dell’ordine – Vincenzo Albertini le usò violenza. Senza proferire parola, si sarebbe abbassato i pantaloni e avrebbe iniziato a palpeggiare la sua vittima. Pretendendo atti sessuali sempre più spinti. Inutili i tentativi della donna di opporre resistenza. La ragazza, in seguito a quella vicenda, si è licenziata.
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lunedì, 6 Luglio 2020 - 17:12
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