«Grazie Allah per il Covid»: scriveva anche questo sui propri social il 38enne di Milano arrestato questa mattina dai carabinieri del Ros per aver diffuso propaganda per lo Stato islamico. Nicola Ferrara, originario di Bari, avrebbe utilizzato i social non solo per fare propaganda ma anche per intrecciare contatti con estremisti islamici. L’uomo, originario di Bari ma residente nel capoluogo lombardo, radicalizzato fin dal 2015, secondo le accuse istigava i propri interlocutori ad abbracciare il jihad globale contro tutti gli infedeli. L’accusa ipotizzata nei suoi confronti è istigazione a delinquere aggravata dall’uso del mezzo telematico.
Ferrara secondo gli inquirenti era impegnato a diffondere l’ideologia dello Stato islamico attraverso diverse piattaforme social condividendo immagini, video e documenti che esaltavano le violenze commesse dai terroristi dell’Is. In una intercettazione avrebbe commentato che l’emergenza Covid «è una cosa di Allah, una cosa positiva» perché «la gente sta impazzendo» e per i non musulmani «tutto l”haram’ adesso è difficile farlo», ossia sono stati tolti loro i vizi.
Ferrara, nato a Canosa di Puglia (Bari) e che vive a Milano almeno dal 2011, convertito e radicalizzato dal novembre del 2015, stando all’imputazione avrebbe fatto apologia dello Stato Islamico e istigato alla adesione all’organizzazione terroristica con la diffusione su internet di immagini e documenti, sia audio che video, di esaltazione delle azioni violente del ‘Daesh’ e più in generale degli estremisti islamici definiti ‘martiri’. E avrebbe anche condiviso link che rimandavano a siti riferibili all’Isis.
Le indagini del Ros dei carabinieri e del dipartimento antiterrorismo della Procura di Milano, guidato da Alberto Nobili, e dei pm Piero Basilone e Leonardo Lesti, sono partite da approfondimenti su una serie di persone che frequentavano l’associazione culturale Al Nur di Milano, frequentata dallo stesso Ferrara. Il 38enne, una persona all’apparenza “anonima”, sarebbe stato in passato, per due soggiorni di tre mesi l’uno, in Qatar e negli Emirati Arabi Uniti e poi era rientrato a Milano e, prima dell’arresto lavorava in un parcheggio a pagamento nel capoluogo lombardo.
Secondo gli investigatori, la pericolosità del 38enne è stata «avvalorata dal circuito relazionale, sia nazionale sia internazionale, particolarmente qualificato, composto da una rete di persone dedite alla sistematica propaganda a favore dello Stato Islamico e dell’esaltazione del Jihad mediante la condivisione di post e commenti sui social».
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mercoledì, 8 Luglio 2020 - 08:52
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