Due donne del Napoletano sono state denunciate ieri dopo aver cercato di introdurre nove microtelefonini nel carcere di Secondigliano. I cellulari, destinati ad alcuni familiari detenuti, erano nascosti negli slip ma sono ‘saltati fuori’ durante la perquisizione effettuata dalla polizia penitenziaria.
Lo hanno reso noto i sindacalisti di Uspp e Osapp. «Da tempo la nostra organizzazione sindacale chiede di intervenire legislativamente per introdurre una fattispecie di reato con pene fino a 4 anni di reclusione per l’introduzione in carcere di telefonini – ricordano Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, presidente nazionale e segretario regionale dell’Uspp – perché riteniamo grave che un illecito così frequente non sia penalmente perseguibile nonostante i gravi rischi per l’ordine e la sicurezza interna derivanti dai continui tentativi di contattato fraudolenti con l’esterno».
«Più volte abbiamo chiesto l’installazione di strumentalizzazione atte a schermate le sezioni detentive – concludono Moretti e Auricchio che si complimentano con i colleghi di Secondigliano «per la brillante operazione». Moretti, inoltre, ha incontrato a Roma il vice capo del Dap Tartaglia al quale ha chiesto «di mettere in sicurezza il lavoro della Polizia Penitenziaria». Anche l’Osapp, insieme con gli altri sindacati di Polizia penitenziaria, ha chiesto al Dap «di schermare tutti gli istituti penitenziari per disabilitare gli strumenti tecnologici introdotti illegalmente».
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mercoledì, 8 Luglio 2020 - 09:40
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