Scuola, docenti non laureati per le supplenze. Azzolina: «E’ una possibilità di lavoro per i giovani»

Azzolina Scuola

Il ministero dell’Istruzione ha deciso di affrontare la carenza di supplenti, che soprattutto nelle regioni del Nord è diventata un’emergenza in vista della riapertura degli istituti il 14 settembre prossimo, ammettendo all’insegnamento, negli istituti dell’infanzia e alle primarie, anche docenti non ancora laureati ma che siano iscritti almeno al terzo anno di Scienze della formazione primaria. Una decisione che ha scatenato nuove polemiche. La scelta è stata criticata finanche dal Consiglio superiore dell’istruzione.

Il ministro Azzolina però difende la scelta. «Penso che questo Paese debba assolutamente dare la possibilità ai giovani di lavorare. Se vanno all’estero ci lamentiamo, se restano a casa ci lamentiamo, e poi questi giovani lavoravano già», dice il ministro a Milano.  «La Lombardia – sottolinea ancora – è una delle regioni che hanno più supplenze per la scuola dell’infanzia e la primaria. Non è una novità. Lo abbiamo semplicemente messo all’interno di graduatorie e questo faciliterà le segreterie che non dovranno impazzire dietro le mad (dichiarazioni di messa a disposizione, ndr), daremo da lavorare a persone che hanno scelto di fare l’insegnante e un percorso, che era a numero chiuso. Persone preparate», spiega.

La misurazione della temperatura si farà a casa da settembre, anche se le scuole se vorranno potranno organizzarsi, evitando però assembramenti. «Noi – ha detto Azzolina- contiamo sulla responsabilità, a casa, delle famiglie. Se un bambino è già malato a casa e ha la febbre non abbiamo bisogno di mandarlo sull’autobus. Quindi la misurazione va fatta a casa, poi ogni scuola nella sua autonomia può organizzarsi come crede», considerando però i rischi di folle all’ingresso.

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lunedì, 20 Luglio 2020 - 11:12
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