Voto di scambio a Marigliano, il sindaco respinge le accuse e offre spunti per pesare le accuse dei pentiti

carpino
Antonio Carpino

Alla prima occasione utile, il sindaco di Marigliano Antonio Carpino si è difeso a spada tratta. Faccia a faccia con il giudice per le indagini preliminari Egle Pilla del Triubnale di Napoli che gli ha aperto le porte del carcere di Secondigliano, il primo cittadino ha offerto la sua verità. Una verità che fa a pugni con i racconti dei due collaboratori di giustizia necessari a reggere il mandato di arresto.

Carpino, difeso dall’avvocato Francesco Picca, ha ha negato la presunta compravendita dei voti, l’accusa di avere promesso appalti ai clan attraverso la costituzione di una cooperativa di ex detenuti da costituire per agevolare l’assegnazione di determinati servizi comunali, come quello per la pulizia delle strade nel rione popolare Pontecitra.

Sulla conoscenza con il ras Luigi Esposito detto ‘o sciamarro, Carpino ha spiegato di conoscere il malavitoso perché quest’ultimo è stato per anno suo cliente: Carpino è un avvocato penalista.

A lui, e a tantissime altre persone, ha chiesto il voto, ha riferito durante l’interrogatorio di garanzia, nell’imminenza delle tornate elettorali alle quali si è presentato come candidato. Carpino avrebbe anche fornito alla Procura (che ora potrà, o meno, fare accertamenti) la sua spiegazione dei fatti in merito alle ragioni che avrebbero spinto i collaboratori di giustizia, uno in particolare, a rendere dichiarazioni di quel tenore sul suo conto. Propalazioni, a suo dire, rese per ritorsione.

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mercoledì, 22 Luglio 2020 - 17:30
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