La legge contro l’omofobia approda alla Camera. Ma la norma anti-discriminazioni dopo 20 anni spacca ancora la politica

Due manifestanti durante il Gay Pride di Pompei nella foto di Kontrolab

Venti anni di tentativi per avere una legge contro l’omofobia. L’ultimo tentativo in ordine di tempo oggi, quando il testo approderà alla Camera e i deputati potranno discutere delle iniziative legislative per combattere discriminazioni e violenze basate sul sesso e sull’orientamento sessuale.

Il testo di legge, il cosidetto testo Zan, collegato alla legge Mancino che contrasta i reati collegati al razzismo, prevede il carcere (da uno a quattro anni) per l’istigazione alla violenza omofobica. La normativa interverrebbe sull’articolo 604 bis del codice penale. Istituisce inoltre la data del 17 maggio come “Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia” e un programma per l’istituzione di centri anti-discriminazione che forniscano assistenza sia legale che sanitaria e psicologica oltre che materiale in tutta Italia, al fine di prevenire e combattere in maniera capillare tutti i casi di intolleranza verso chi ha una diversa identità di genere o un diverso orientamento sessuale e aiutare chi ne è vittime.

Come detto, la legge contro l’omofobia ha una storia lunga 20 anni. Il primo tentativo di approvazione risale al 1999 quando il deputato dell’allora Partito popolare italiano Paolo Palma presentò in Commissione un testo unificato (nato da quello presentato da Nichi Vendola del Prc e da Antonio Soda dei Ds). Bocciato dalla destra e dalla Conferenza episcopale italiana, la legge contro l’omofobia fu poi messa nel dimenticatoio dopo la sconfitta dopo la caduta del Governo D’Alema e la sconfitta del centrosinistra alle elezioni del 2000.

L’approdo in camera del testo Zan non sarà una passeggiata di salute per i relatori, visti i forti contrasti soprattutto da parte del centrodestra, pronto a dare battaglia. Giorgia Meloni ha dichiarato che «Fratelli d’Italia si sta battendo contro questa pericolosissima deriva liberticida, che minaccia la nostra democrazia e la libertà di pensiero». Contraria anche la Conferenza dei vescovi cattolici italiani.

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lunedì, 3 Agosto 2020 - 10:57
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