Riforma del Csm: doppio turno e sorteggio, quote rosa e stop alle correnti. Limitazioni per le toghe in politica

Csm

L’ultima riforma del Consiglio superiore della magistratura e dell’ordinamento giudiziario del ministro della Giustizia, che dovrebbe approdare al prossimo Csm, prevede tra le novità il doppio turno e il sorteggio qualorw il numero delle candidature previste in ciascun collegio non fosse raggiunto e in caso di mancanza di quote rosa.

La bozza di riforma prevede anche l’aumento dei consiglieri laici (da 8 a 10) e togati (da 16 a 20). Per l’elezione dei 20 togati, sono previsti 19 collegi e due turni di votazione: nel primo si esprimono sino a 4 preferenze: se l’elettore ne esprime più d’una vanno alternati candidati di genere diverso. Ogni collegio deve esprimere almeno 10 candidature, di cui 5 per ciascun genere. Quando sono in numero inferiore o le candidature non rispettano la parità di genere si procede in seduta pubblica a estrazione a sorte delle candidature mancanti. Viene eletto al primo turno il candidato che ha ottenuto almeno il 65% dei voti validi. Altrimenti si va al secondo turno, a cui partecipano i quattro candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti di preferenza nel collegio. In caso di parità prevale il candidato del genere  che risulta meno rappresentato nel singolo collegio.

Per quanto riguarda i consiglieri, il numero torna a 30 (20 togati e 10 laici) ma i laici saranno eletti dal Parlamento tra avvocati con 15 anni di esercizio della professione, docenti universitari in materie giuridiche e non tra componenti passati (negli ultimi due anni ) e presenti del governo, delle regioni e delle province di Trento e Bolzano. I componenti delle Commissioni saranno estratti ogni anno per sorteggio. Chi fa parte della Commissione disciplinare non potrà prendere parte a quelle che si occupano di trasferimenti d’ufficio per incompatibilità, nomine, valutazioni di professionalità. Per contrastare le cosiddette ‘correnti’ si introduce il divieto di costituire gruppi nel Csm.

Infine, si si viene eletti in Parlamento, Parlamento europeo, consiglio regionale o si è rivestito un incarico di governo (anche sindaco di Comune con più di 100mila abitanti) non potrà tornare a vestire la toga ma si verrà inquadrati in un ruolo autonomo del ministero della Giustizia o di altri ministeri. Il magistrato che si candida e non viene eletto non potrà essere assegnato a un ufficio che ha competenza sul territorio di una regione compresa nella circoscrizione elettorale. E per tre anni non potrà fare il gip, il pm e ricoprire incarichi direttivi.

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martedì, 4 Agosto 2020 - 09:06
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