Esplosione a Beirut, si dimette il governo. I morti salgono a 220, nuove proteste: sassi contro la polizia in zona Parlamento

Esplosione Beirut

Il governo libanese si è dimesso in seguito alle proteste per l’esplosione che martedì scorso ha disintegrato il porto di Beirut e devastato interi quartieri della città. Lo ha annunciato il primo ministro Hassan Diab. Poco dopo, a Beirut, fuochi d’artificio hanno illuminato il cielo presumibilmente per festeggiare l’accaduto. Lo ha constatato un giornalista dell’Ansa inviato nella capitale libanese.

La notizia cade nell’ennesima giornata di alta tensione nella capitale libanese. Nel pomeriggio decine di giovani con il volto coperto hanno iniziato a scagliare sassi contro la polizia in tenuta antisommossa nella zona del Parlamento a Beirut. Gli agenti hanno risposto con il lancio di lacrimogeni. Le proteste si sono intensificate a seguito dell’esplosione ma esse sono il frutto di un’esasperazione e di un malcontento che si trascina da tempo.

Nel frattempo  la comunità internazionale si è mobilitata stanziando un piano d’emergenza da 250 milioni di euro, promettendo che sarà distribuito «direttamente» alla popolazione e chiedendo un’indagine «trasparente» sulle cause del disastro. E alla bonifica dell’area e allo studio di quanto accaduto il 4 agosto nel porto di Beirut collaborano anche tecnici e specialisti dei vigili del fuoco italiani, arrivati in Libano dopo le esplosioni. Tra le operazioni, per esempio, dopo la verifica con la termocamera della presenza di focolai attivi nel relitto della nave scaraventata dall’esplosione sulla banchina, i vigili del fuoco italiani sono entrati nella stiva spegnendo le fiamme residue. Stabilita l’assenza all’interno di sostanze pericolose, è stata fatta una prima ispezione senza riscontrare la presenza di vittime.

Si aggrava, intanto, il bilancio: i morti salgono a 220, mentre i feriti sono oltre 7mila. Lo ha reso noto il governatore della capitale libanese, Maruan Abud, mentre i media parlano di ancora oltre un centinaio di dispersi. Tra questi, secondo la Bbc, ci sono molti lavoratori stranieri che si trovavano al porto di Beirut al momento delle esplosioni.

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lunedì, 10 Agosto 2020 - 18:59
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