Bonus Inps, il Garante fa cadere il tabù della privacy: ok ai nomi. Iv, scagionata dai sospetti, va all’attacco di Tridico


La diffusione dei nomi dei deputati che hanno beneficiato del bonus Inps da 600 euro non viola alcuna privacy. Il Garante per la protezione dei dati personali fa cadere la sola barriera che garantiva l’anonimato ai parlamentari che hanno ottenuto il bonus e lo fa con una motivazione tutt’altro che secondaria: è possibile rendere noti i nomi «laddove da ciò non possa evincersi, in particolare, una condizione di disagio economico-sociale dell’interessato». E ciò vale a maggior ragione rispetto a coloro che svolgono una «funzione pubblica», aggiunge il Garante, che aprirà un’istruttoria sulla metodologia seguita dall’Inps. Esulta il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che aveva aderito all’iniziativa di Vito Crimi di scrivere all’Inps per firmare la rinuncia alla privacy: «Adesso non ci sono più scuse. Anche il garante della privacy ha detto che non ci sono ostacoli alla diffusione dei nomi dei deputati che hanno richiesto il bonus di 600 euro malgrado i loro stipendi da 13mila euro netti al mese. E’ giusto che gli italiani sappiano chi sono, che ne conoscano i volti, i nomi e i cognomi». Per Di Maio «non è una gogna mediatica, non è questione ideologica o di propaganda. E’ una questione di giustizia e trasparenza».

La notizia segna così il punto di svolta in una storia che ancora una volta vede sulla graticola Pasquale Tridico, il presidente dell’Inps, che già durante l’emergenza Coronavirus era stato duramente attaccato proprio per la gestione della erogazione dei bonus e del sito andato spesso e volentieri in tilt. Forza Italia ne ha nuovamente chiesto le dimissioni. Italia Viva non arriva, per ora, a tanto ma è evidente che il feeling con Tridico non c’è più. Le prime notizie rilanciate da uno scoop di Repubblica indicavano ben cinque deputati come percettori del bonus (in realtà solo tre lo hanno ottenuto) e inserivano nella rosa anche un esponente di Italia Viva. Dopo verifiche interne, Italia Viva ha escluso un coinvolgimento dei suoi ma ha anche preteso da Tridico una conferma o una smentita sulla presenza di un proprio deputato tra i percettori del bonus dato il danno di immagine che stava seguendo dalle notizie stampa e dal silenzio dell’Inps stessa. E’ venuto così fuori che tra i percettori del bonus non vi è alcun esponente di Italia Viva. Un dato che ha mandato i renzinai su tutte le furie. Oggi Iv ha avanzato la richiesta formale di audire Tridico in commissione Lavoro alla Camera, proposta che è arrivata anche da Fratelli d’Italia.

Ma c’è chi, all’interno dei renziani, chiede misure più dure contro Tridico. «Proporrò al mio partito e ai miei colleghi, o singolarmente o in gruppo, di denunciare l’Inps per avere non solo diffuso una notizia falsa ma soprattutto per non averla smentita autonomamente», scrive il deputato di Italia viva Michele Anzaldi in un intervento su Huffington Post in merito a deputati e altri eletti negli enti locali che avrebbero richiesto il bonus per le partite Iva. «Proporrò al mio partito di aiutare gli amministratori locali, consiglieri comunali e regionali che si sentono offesi da questa diffamazione – continua Anzaldi – di dare supporto legale per denunciare l’Inps e il suo presidente non solo per avere diffuso dati falsi ma anche per non averli né corretti né smentiti».

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martedì, 11 Agosto 2020 - 20:56
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