La morte di Viviana e la scomparsa di Gioele, quella famiglia del Nord che non si trova e che potrebbe aiutare gli inquirenti

Viviana Parisi e il piccolo Gioele

Si continua a cercare nelle campagne di Caronia, piccolo comune del Messinese a cento chilometri dalla città dei ‘giganti’ Mata e Grifone. Si continua a cercare nella zona a ridosso da quella in cui pochi giorni fa è stato trovato il corpo, in decomposizione, di Viviana Parisi. Gioele, 4 anni appena, era con la madre quando la donna – dopo un banale tamponamento in autostrada, direzione Palermo – si è allontanata a piedi, ha scavalcato il guardrail ed è sparita. O almeno è questa la «ragionevole certezza» degli inquirenti. C’è un video, ripreso dalle telecamere di video-sorveglianza a Sant’Agata di Militello dove la 43enne è uscita per 20 minuti, che colloca Viviana e Gioele insieme in macchina. Ma i punti di domanda restano ancora troppi, tanti.

Anzitutto, gli inquirenti si chiedono se Gioele fosse vivo o morto. Una risposta potrebbe darla quella famiglia del Nord Italia (padre, madre e due figli adolescenti) che sono stati tra i primi a prestare soccorso. Il problema è che non si sa chi siano i componenti di questa famiglia: nonostante da giorni si susseguano gli appelli a farsi avanti per aiutare gli inquirenti, queste persone non hanno contattato procura e forze dell’ordine. «Qualcuno di loro parli con polizia o carabinieri, non hanno alcunché da temere», dice il procuratore di Patti. La loro testimonianza è importante: possono chiarire se Viviana «aveva il bambino in braccio o se il piccolo le camminava accanto…». La prima scena farebbe pensare che Gioele potesse essere già morto, la seconda che il piccolo era vivo. Il magistrato dà anche la descrizione dei testimoni: «Lui 50enne, calvo, abbronzato, con maglietta e bermuda; lei 45enne carnagione chiara, capelli raccolti e vestito blu; i due figli adolescenti, una ragazzo e una ragazza; erano con un’auto grigia». A fornire gli elementi sulla famiglia del ‘Nord’ sono state altre persone che si erano fermate per prestare soccorso, comprese le due che hanno telefonato al 112. Nella registrazione della chiamata raccontano di una famiglia che ha parlato di una donna e un bambino scomparsi.

Nel frattempo le ricerche vanno avanti, con cani non solo molecolari ma anche con quelli specializzati nella ricerca di resti umani. Si batte la zona dove è stata trovata Viviana. «E’ un luogo impervio e bisogna battere cespuglio per cespuglio», aggiunge il procuratore. Resta poi ancora da stabilire se Viviana si sia suicidata o se sia caduta: le ferite che l’autopsia ha riscontrato sul suo corpo sono compatibili con una caduta, ma non indicano se essa sia stata volontaria o accidentale. Ecco perché gli investigatori stanno conducendo verifiche anche sul traliccio ai cui piedi è stata ritrovata Viviana: c’è bisogno di stabilire se su quel traliccio ci siano impronte della donna. In caso affermativo, significherebbe che Viviana si è volutamente lanciata.

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giovedì, 13 Agosto 2020 - 20:43
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