Cinque stelle a un passo dalla rivoluzione: su Rousseau si vota per il ‘mandato zero’, lasciapassare per il Raggi bis a Roma

Virginia Raggi con Luigi Di Maio

Il Movimento Cinque Stelle è ad un passo da una vera e propria rivoluzione nella propria storia politica. A dieci anni dalla discesa in campo dei pentastellati, a suon di battaglie contro la casta e di ‘vaffa’ gridati nelle piazze d’Italia, il movimento fattosi partito e arrivato in Parlamento a suon di voti di protesta è arrivato al bivio: rinnegare o meno uno dei capisaldi della propria storia, ovvero il vincolo dei due mandati. Lo spartiacque è stata la decisione annunciata dalla sindaca di Roma Virginia Raggi di ricandidarsi, scelta appoggiata dall’ex capo politico Luigi Di Maio, da Alessandro Di Battista e suggellata con un ‘daje’ da Beppe Grillo. Se sta per cambiare un po’ l’anima del Movimento, però, non cambia il metodo.

Sulla piattaforma Russeau si sono infatti aperte, fino alle 12 di venerdì, le votazioni riservate agli iscritti in merito a due quesiti: uno relativo appunto alla modifica del “mandato zero” per i consiglieri comunali e uno relativo alle alleanze a livello comunale con i partiti tradizionali. In sostanza il primo quesito riguarda la richiesta di consentire a Raggi di ricandidarsi considerando nulla la precedente esperienza come consigliera comunale, ai fini del conteggio del mandato.  Se vincesse il sì al primo quesito, l’attuale primo cittadino potrebbe ricandidarsi.

Il ‘mandato zero’ non è comunque una novità nella storia grillina, perché un anno fa fu lo stesso Luigi Di Maio a presentarlo ai militanti riferendosi però ai parlamentari e non ai sindaci. La scelta stavolta è rimessa agli iscritti alla piattaforma Rousseau, unici ‘giudici supremi’ che col loro voto supereranno anche i contrasti tra puristi e non del Movimento, tra quelli che non approvano tale deroga e quelli che seguono l’apertura di Di Maio.

Le consultazioni saranno anche sulla possibilità, per i 5 stelle, di dar vita nei Comuni ad alleanze, oltre che con liste civiche, anche con i partiti tradizionali. In sostanza una autorizzazione generale a sottoscrivere intese con il Pd a livello amministrativo. Si tratta di un tema delicato anche alla luce dell’incontro di Beppe Grillo con il sindaco di Milano Beppe Sala, testa di ponte per eventuali futuri accordi tra i dem e i 5 stelle in 5 città.

Luigi Di Maio ha confermato intanto con un post che voterà sì a entrambi i quesiti: «Perché il MoVimento si evolve e mai come in questo momento sta prendendo coscienza del fatto che perdere persone che abbiano maturato una tale esperienza come Virginia sarebbe suicida. Meglio tardi che mai».

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venerdì, 14 Agosto 2020 - 09:07
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