Coronavirus, in Italia l’età media dei contagiati è di 29 anni: nell’ultima settimana 490 nuovi focolai


In Italia, come in Europa e in tutto il mondo, si è verificata una ‘transizione epidemiologica’ dell’epidemia da Sars-CoV-2 che ha comportato un forte abbassamento dell’età media della popolazione che contrae l’infezione. Nel nostro Paese, secondo quanto segnala il report settimanale dell’Istituto superiore della Sanità, l’età media dei casi diagnosticati nell’ultima settimana è di 29 anni. Si riscontra «un cambiamento nelle dinamiche di trasmissione (con emergenza di casi e focolai associati ad attività ricreative sia sul territorio nazionale che all’estero)», ma anche «una minore gravità clinica dei casi diagnosticati che, nella maggior parte dei casi, sono asintomatici».

Rispetto ai casi di positività ‘da vacanza’ che preoccupano molto quest’estate, il report conferma che si assiste a un aumento dei casi importati da altre Regioni o Province autonome (dal 2.3% della settimana che precedeva il monitoraggio al 15,7% di questa settimana). La maggior parte dei casi però continua ad essere contratta sul territorio nazionale: risulta infatti importato da uno stato estero il 20,8% dei nuovi casi diagnosticati.

Passando ai nuovi contagi, si conferma un aumento nei nuovi casi segnalati in Italia per la quarta settimana consecutiva con una incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni (periodo 10-23 agosto) di 14.93 per 100mila abitanti, in aumento dal periodo 6-19 luglio e simile ai livelli osservati all’inizio di giugno”. E’ quanto viene segnalato nel report settimanale di Istituto superiore di sanità (Iss) e ministero della Salute, relativo al monitoraggio di Coronavirus nel periodo 17-23 agosto. Sono 1.374 i focolai attivi in Italia, di cui 490 nuovi, entrambi i dati in aumento per la quarta settimana consecutiva (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 1.077 focolai attivi di cui 281 nuovi).

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«Sedici Regioni/Province autonome hanno riportato un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente – rileva il report – che non può essere attribuito unicamente ad un aumento di casi importati da stato estero. Sebbene il numero di nuovi casi in molte Regioni/PA rimanga contenuto, in altre realtà regionali continuano ad essere segnalati un numero elevato di nuovi casi e si osserva un diffuso trend in aumento”. Da qui l’invito alla cautela “in quanto ciò denota che in alcune parti del Paese la circolazione di Sars-Cov-2 è ancora rilevante».

«Sebbene sia segnalato, in alcune Regioni, un aumento nel numero di ospedalizzazioni – prosegue il report – in nessuna delle Regioni/Pa sono stati identificati segnali di sovraccarico dei servizi sanitari assistenziali. Tuttavia, si conferma l’importante e crescente impegno dei servizi territoriali (Dipartimenti di Prevenzione) per far sì che i focolai presenti siano prontamente identificati ed indagati».

«Il numero di nuovi casi di infezione rimane nel complesso contenuto rispetto ad altri paesi europei, ma con una tendenza all’aumento da quattro settimane consecutive – si segnala ancora – Questo avviene anche grazie alla ricerca e la gestione dei contatti, inclusa la quarantena dei contatti stretti e l’isolamento immediato dei casi secondari”. “La riduzione nei tempi tra l’inizio dei sintomi e la diagnosi/isolamento è uno dei motivi che permette una più tempestiva identificazione ed assistenza clinica delle persone che contraggono l’infezione», osservano gli esperti.

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venerdì, 28 Agosto 2020 - 08:22
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