‘Autonomia & Indipendenza’, la corrente dell’Anm guidata da Piercamillo Davigo, va in pressing sulla magistratura in vista dell’udienza preliminare al pm romano (sospeso dalle funzioni e dallo stipendio) Luca Palamara e innesca uno scontro con i difensori di Palamara, che temono un ‘condizionamento’ sul giudice che dovrà decidere se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla procura di Perugia. E’ rovente il clima nel mondo delle toghe per via dell’approdo in Tribunale dell’inchiesta che ha scoperchiato il sistema di condizionamento delle nomine dei capi di alcuni uffici di procura e che ha stravolto il volto del Consiglio superiore della magistratura, spingendo il ministro della Giustizia a insistere per una riforma (politica) del Csm.
A&I ha sollecitato l’Anm a costituirsi parte civile, una mossa che contribuirebbe a isolare Luca Palamara dalla categoria della magistratura. Palamara, si legge in una nota della corrente davighiana, «ha rivestito nell’ultimo decennio importanti incarichi rappresentativi dell’intera Magistratura sia in ambito associativo, anche quale presidente dell’Anm, che in seno al Consiglio Superiore della Magistratura». E l’accusa a lui mossa dalla procura di Perugia, che ne ha chiesto il rinvio a giudizio per corruzione «mina gravemente il prestigio e il rispetto della funzione giudiziaria», sottolinea il Coordinamento della corrente.
La richiesta di ‘A&I’ ha fatto storcere il naso ai difensori di Palamara: «Emettere preventivi e non richiesti giudizi da parte di un gruppo associato di magistrati, ancor prima dello svolgimento dell’udienza preliminare, non impedirà comunque al dott. Palamara di difendersi su ogni profilo delle accuse mosse e sul meccanismo delle nomine sia di fronte al competente giudice sia di fronte all’assemblea dell’ANM il 19 settembre», spiegano i legali, i quali auspicano come il comunicato di A&I non influenzi «in alcun modo la serenità di chi sarà chiamato a giudicare sulla richiesta di rinvio a giudizio nella convinzione di poter dimostrare l’estraneità del dott. Palamara a qualsiasi mercimonio della funzione». «A prescindere dai roboanti e inusuali annunci, risponde ai più elementari diritti di difesa ricordare che solo la sede dell’udienza preliminare sarà quella idonea a valutare sia l’ammissibilità delle eventuali richieste di costituzione di parte civile. In quella sede – sottolineano gli avvocati- verranno altresì avanzate da parte di questa difesa richieste di produzione documentale per dimostrare l’estraneità del dott. Palamara ai fatti contestati come già avvenuto per l’accusa di 40.000 euro per la nomina del Procuratore di Gela in relazione alla quale è stata chiesta l’archiviazione dagli stessi pubblici ministeri».
Anche il ministero della Giustizia, intanto, sta valutando la possibilità di costituirsi parte civile. Bonafede ha infatti attivato una serie di verifiche interne per accertare se sussistono margini per la costituzione in giudizio del Ministero, indicato come persona offesa dalla procura di Perugia. Qualora tali accertamenti diano esito positivo, si apprende da fonti di via Arenula, il ministro ha manifestato l’intenzione di procedere senza indugio alla costituzione di parte civile.
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sabato, 29 Agosto 2020 - 10:31
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