Supplenti, graduatorie nel caos. Ira dei sindacati, il ministero difende il sistema digitale: «Pochissime segnalazioni»

Scuola

Errori, punteggi sballati, valutazione dei servizi inesatta, migliaia di precari della scuola in rivolta. Da qualche giorno gli uffici territoriali del Ministero dell’Istruzione stanno pubblicando le graduatorie scolastiche provinciali per le supplenze quest’anno interamente digitalizzate, ma ci sono già molte proteste. Lo spiega il segretario generale della Uil Scuola Turi, che si fa portavoce delle lamentele dei precari: «Siamo di fronte ad una vera catastrofe dice –  da tutte le regioni arrivano segnali netti di protesta di migliaia di precari che non ritrovano il riconoscimento dei loro titoli».

La procedura coinvolge 250 mila persone e servirà per immettere in ruolo un docente su quattro. «Chiediamo al ministro – continua Turi – di fermarsi e, con sano pragmatismo, verificare se si tratta di proteste pretestuose o veri e propri buchi nel sistema-in particolare per la parte della verifica, effettuata sotto la morsa del tempo, del coronavirus, in solitudine».

«Il nostro ufficio legale è al lavoro per dare indicazioni sulle garanzie giurisdizionali, se il ministero non vorrà dare conto dei risultati di questa operazione piena di falle. Un risultato che non avremmo voluto, che preoccupa e crea disagi, instabilità, nuova precarietà. Un clima di incertezza che non aiuta l’apertura della scuola che merita grande collaborazione da parte di tutti. Serve un provvedimento d’urgenza».

Sulla stessa linea il sindacato Gilda, il cui coordinatore regionale Rino Di Meglio parla di «pasticciaccio brutto» che sarà «foriero di innumerevoli ricorsi». Da parte di Gilda è in fase di elaborazione una diffida indirizzata al Ministero dell’Istruzione, basata su «tante criticità emerse con la nuova procedura introdotta quest’anno, tra cui l’affidamento della validazione delle istanze alle scuole polo, le cui segreterie – afferma Di Meglio – si sono ritrovate con migliaia e migliaia di domande da esaminare, una mole di lavoro umanamente impossibile da smaltire entro i tempi troppo ristretti imposti da viale Trastevere».

«Proprio per non rischiare di sforare i tempi, il Ministero non ha previsto la pubblicazione delle graduatorie provvisorie, negando così la possibilità di rettificare e integrare le domande. Un passaggio – prosegue il coordinatore nazionale della Gilda – che invece sarebbe stato fondamentale proprio quest’anno per l’avvio del nuovo sistema informatizzato. Il risultato è che le istanze presentate contengono numerosi errori, molti dei quali commessi a causa dell’impostazione sbagliata assegnata in origine dal Ministero alle domande, e ciò farà proliferare i contenziosi».

Non è mancata la risposta dei Ministero che difende a spada tratta il sistema adottato quest’anno: «Insensato parlare di caos: su oltre 1,9 milioni di domande pochissime segnalazioni, tutte in via di risoluzione».

Le richieste di inserimento sono state presentate dal 22 luglio al 6 agosto. Sono oltre 753 mila gli aspiranti che hanno chiesto l’iscrizione nelle graduatorie provinciali per un totale di 1.938.928 domande (gli insegnanti potevano iscriversi per più classi di concorso). Tutte le richieste sono state valutate e hanno portato all’esclusione di quasi 40 mila domande che presentavano anomalie.

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mercoledì, 2 Settembre 2020 - 14:42
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