Autovelox in città, bici contromano e Ztl ‘free’: ecco come cambia il Codice della Strada. Automobilisti penalizzati

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In vigore da due giorni, la riforma del Codice della Strada sta già attirando gli strali di associazioni in difesa dei consumatori. La principale accusa: troppi poteri in mani ai Comuni e alle Polizie locali. Grazie alla conversione in legge del Dl Semplificazioni, quello portatore – nelle intenzioni del premier Giuseppe Conte – della ‘madre di tutte le riforme’, il Codice della Strada è stato in parte riformato portando delle novità che non faranno piacere agli automobilisti. In primo luogo, l’introduzione degli autovelox che possono ora essere utilizzati anche sulle strade urbane in forma di postazioni permanenti automatizzate. Prima era vietato, ora potranno essere installati, previo placet della Prefettura,  nei centri abitati su tutte le strade urbane (e non solo quelle di scorrimento come precedentemente previsto). La Prefettura decide in base all’istruttoria su incidenti e caratteristiche delle strade su cui il Comune vuole piazzare l’autovelox, redatta non dalla Polizia locale ma dalla Polizia stradale.

Un cambiamento che fa molto discutere è anche quello che riguarda le strade urbane ciclabili con limite a 30 chilometri orari, introdotte dal provvedimento. In sostanza, quando si ha una strada urbana ciclabile l’automobilista o chi guida altro veicolo dovrà dare la precedenza ai ciclisti in transito o immissione anche da strada privata e dovrà usare particolari cautele nel sorpassarli. Viene inoltre consentita al ciclista la guida contromano, oggi vietata, agevolata da corsie ciclabili a sinistra delle strade a senso unico. Contromano autorizzabile dal sindaco anche sulle strade urbane con limite di velocità fino a 30 km/h o in parti di Ztl. Dove è consentito il doppio senso ciclabile, se l’incrocio tra i due sensi di marcia non è agevole, tutti dovranno dare la precedenza alle bici.

Novità anche per quanto concerne le Zone a traffico limitato. Viene abolito il decreto leglislativo 250/1999 che poneva importanti paletti alla libertà dei Comuni di attivare le Ztl e così ‘fare cassa’ con multe molto facili. Ora l’approvazione e la scelta del posizionamento delle telecamere della Ztl non compete più al Ministero delle Infrastruttura ma ai Comuni. Il rischio, rivelano le associazioni dei consumatori, è che gli enti diventino troppo ‘liberi’ nel disegnare Ztl che ingannino gli automobilisti grazie soprattutto a segnaletica ingannevole e telecamere con prestazioni insufficienti a garantire la corretta individuazione del veicolo del trasgressore.

Poche le concessioni a favore del mondo delle auto. Viene rivisto il divieto di circolazione con targhe estere (ma con molte esclusioni) e si regolamenta la sosta negli spazi per la ricarica delle auto elettriche, che dovranno essere liberati un’ora dopo il termine dell’operazione. Come Taxi e Ncc si potranno utilizzare anche vetture a noleggio a lungo termine e non solo quelle in leasing. Cade il divieto di circolare in autostrada con moto a tre ruote da 250 cavalli in su e comunque di potenza non inferiore a 15 kilowatt.

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giovedì, 10 Settembre 2020 - 08:17
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