Napoli Nord, muro contro muro nell’Ordine degli avvocati. Presidente Mallardo ‘sfiduciato’: «Bramosia di posti di potere»

L'avvocato Gianfranco Mallardo

E’ guerra nell’Ordine degli avvocati di Napoli Nord che da alcuni mesi vive sulla propria pelle i conflitti tra Ufficio di presidenza e parte dei consiglieri. L’ultimo episodio è stato reso noto e stigmatizzato dal presidente dell’Ordine Gianfranco Mallardo che è apertamente parlato di «ennesimo attacco» a lui e alla sua gestione condotto con «ingiurie e fatti non corrispondenti al vero».

Il retroscena del nuovo scontro tra i professionisti di Napoli Nord risale a prima della pausa estiva, quando il presidente Mallardo è stato sfiduciato da un gruppo di consiglieri che hanno chiesto la revoca del mandato, le dimissioni e la convocazione di nuove elezioni. Già in quel frangente, la richiesta è stata respinta. Due giorni fa, un nuovo ‘niet’ alla richiesta di porre all’ordine del giorno una discussione sulla mozione di sfiducia. Al diniego la nuova maggioranza del Consiglio (composta dai consiglieri Cirillo, Landolfo, Di Micco, Di Costanzo, Castaldo F. e Castaldo M, Di Foggia, Di Biase, Cesaro e D’Antò) ha abbandonato, in segno di protesta, il consesso.

«Gli stessi consiglieri – ricorda Mallardo – già nei mesi scorsi si sono astenuti dall’esprimere il proprio parere relativamente all’approvazione del bilancio preventivo, sebbene fossero stati approvati all’unanimità tutti gli impegni di spesa, al solo scopo di paralizzare anche la regolare approvazione del bilancio da sottoporre alla prossima assemblea degli iscritti. Lo stesso revisore dei Conti nominato dal Tribunale ha condiviso i miei rilievi per la mancata approvazione secondo le regole della bozza di bilancio.»

«Con mio grande rammarico – ha aggiunto – devo purtroppo evidenziare che tali comportamenti denotano solamente un forte senso di irresponsabilità ed una bramosia di posti di potere a discapito della classe già martoriata dalla crisi per il Covid. E’ stato un modo per richiedere di occupare i ruoli di vertice del Consiglio, disattendendo le norme del nostro Ordinamento professionale e del regolamento del Coa, che non prevede la ‘sfiducia’ dell’Ufficio di presidenza, che è stato regolarmente eletto e non semplicemente ‘nominato’», ha concluso Mallardo.

Dal canto loro, i consiglieri promotori della sfiducia avevano spiegato le ragioni della decisione in una nota rivolta ai colleghi riferendosi al «comportamento antidemocratico del presidente Mallardo e dell’ufficio di presidenza».

«A fronte dei gravi episodi avvenuti – scrivono –  che renderemo al momento opportuno noti, afferenti il bilancio e le conseguenti determinazioni, nonché la gestione in generale del Consiglio e l’approccio arrogante, accompagnato dalla minaccia di sospensione dei servizi e di commissariamento dell’Ordine, sin da fine luglio, ha indotto i consiglieri Castaldo Francesco, Castaldo Marco, Cesaro Rosa, Cirillo Aniello, D’Antò Luigi, di Biase Generoso, Di Costanzo Antonia, di Foggia Nicola, Di Micco Maria Dolores, Landolfo Giuseppe e Russo Elisabetta Annalisa a sfiduciare l’ufficio di presidenza e a chiedere la relativa discussione. L’istanza e le successive, ben cinque, sino a quella inviata il 5 settembre scorso, non hanno avuto esito».

«Il presidente Mallardo – spiegano –  si è rifiutato di inserire all’ordine del giorno la discussione sulla sfiducia da noi introdotta con istanze ritualmente presentate. Ebbene, sotto l’aspetto politico, il gruppo consiliare che aveva tributato la fiducia eleggendo l’attuale ufficio di presidenza, oggi non esiste più. Di contro, ben undici componenti, vale a dire la maggioranza assoluta del consesso, quella fiducia l’hanno revocata. Non c’è legge professionale né regolamento che tenga. Oggi, quell’incarico fiduciario, conferito nel febbraio 2019, è venuto meno».

«In punto di diritto, siamo sconcertati. Le interpretazioni normative e regolamentari del collega Mallardo, avallate dall’intero ufficio di presidenza, affidate ad una laconica comunicazione inviata singolarmente anche ai sottoscritti, sono inconferenti e frutto di perseverante errata percezione del dato normativo. Volevamo spiegare al presidente Mallardo – concludono –  che erano inutili ed inconferenti le questioni sollevate sulle bozze di bilancio. Volevamo ancora spiegargli, che era inutile ed inconferente la Sua presa di posizione con la quale nega la discussione sulla sfiducia da noi manifestatagli e fatta oggetto di apposita richiesta di inserimento all’ordine del giorno. Non spetta al Presidente, infatti, la valutazione sull’ammissibilità o meno dell’inserimento all’ordine del giorno di argomenti proposti di diritto da ciascun Consigliere e, nel caso di specie, dalla maggioranza assoluta degli stessi. La resistenza ad oltranza non fa che mettere in evidenza il solo attaccamento al ruolo, per non dire alla poltrona».

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giovedì, 10 Settembre 2020 - 07:51
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