Election day: in 51 milioni chiamati alle urne per Regionali, Comunali e Referendum. Vademecum per il voto


Sono oltre 51 milioni gli elettori italiani chiamati alle urne per l’election day del 20 e 21 settembre. Una giornata campale: si vota per le elezioni regionali, per le comunali, le suppletive del Senato e per il referendum confermativo per il taglio del numero dei parlamentari. E si va alle urne in un periodo particolare, caratterizzato dall’emergenza Coronavirus e dalla necessità di evitare che il voto si trasformi in occasione di assembramento ai seggi con conseguente rischio di propagazione del contagio.

I seggi saranno aperti domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Per votare si dovrà essere muniti di documento e tassera elettorale. In questa tornata sarà necessario indossare anche la mascherina 8che va tolta però quando il presidente del seggio provvede all’identificazione mediante carta di identità). Qui i dettagli sul protocollo antiCovid per le elezioni.

Sono 7 le Regioni in cui si vota per il rinnovo del Consiglio e per l’elezione del nuovo presidente. La sfida terrà banco in Veneto, Campania, Toscana. Loiguria, Marche, Puglia e regione autonoma della Valle d’Aosta. In base all’attuale legge elettorale regionale, a vincere è chi raccoglie il maggior numero di consenso. In Toscana però è previsto il ballottaggio qualora nessuno dei contendenti raggiungesse almeno il 40% delle preferenze.

Per quanto riguarda le elezioni amministrative, si vota in 15 capoluoghi di provincia e in 3 capoluoghi di Regione (Aosta, Trento, Venezia). Sono 156 i comuni superiori e 1028 quelli inferiori a 15 000 abitanti (con l’eccezione della provincia autonoma di Trento, in cui si considerano superiori i comuni con più di 3 000 abitanti). In Sicilia le elezioni amministrative si terranno il 4 e 5 ottobre con il ballottaggio da tenersi il 18 e 19 ottobre. In Sardegna si terranno invece il 25 e 26 ottobre, con ballottaggio l’8 e 9 novembre.Si vota anche per le elezioni suppletive al Senato in due collegi, per sostituire due senatori deceduti negli ultimi mesi: si tratta del collegio uninominale Sardegna – 03 e del collegio uninominale Veneto – 09. Gli aventi diritto al voto sono 467.122 per la Sardegna e 352.696 per il Veneto. Sono già state tre, in questa legislatura, le elezioni suppletive che si sono rese necessarie: in Campania, dove ha vinto Sandro Ruotolo (gruppo Misto al Senato), nel Lazio (seggio alla Camera conquistato dal Pd con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri) e in Umbria (seggio al Senato andato alla leghista Valeria Alessandrini).

In merito invece al referendum confermativo, è stato indetto per approvare o respingere la legge di revisione costituzionale dal titolo “Modifiche agli articoli 57, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero di parlamentari”. Si tratta del quarto referendum costituzionale indetto nella storia della nostra Repubblica e non richiede il raggiungimento del quorum. In base al testo di legge che si mette al voto, è previsto in caso di approvazione (quindi della prevalenza dei Sì) il taglio del 36,5% dei componenti di entrambi i rami del Parlamento. Si passa dunque da 630 a 400 seggi alla Camera e da 315 a 200 al Senato. Sulla scheda ci sono solo due opzioni: Sì o No.

I partiti si sono già schierati rispetto al referendum. Il Movimento Cinque Stelle ha presentato il testo di legge, dunque chiede di far passare il Sì e la riforma considerata un cavallo di battaglia dei pentastellati sin dalle prime battaglie anti-casta. Il Pd nei giorni scorsi ha chiesto di votare Sì, ma tra le polemiche e le divisioni. La Lega, fatta eccezione per qualche voce fuori dal coro come Giorgetti, vota Sì, così come Fratelli d’Italia mentre Forza Italia lascia libertà di voto alla stregua di Italia Viva. Sono per il No +Europa e Sinistra Italiana.

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martedì, 15 Settembre 2020 - 10:12
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