Tamponi nei laboratori privati, Gallo della clinica Sanciro sulla mezza apertura di De Luca: «Anche i cittadini devono accedere»

gallo maurizio clinica sanciro
Il dottor Maurizio Gallo, responsabile della clinica Sanciro

«Perché i lavoratori, su richiesta dell’azienda, possono fare i tamponi presso laboratori privati e i cittadini no? I cittadini non hanno ugualmente diritto di conoscere il proprio stato di salute? E perché i laboratori privati sono stati inibiti in un momento in cui invece, più che mai, bisognerebbe fare squadra?». 

Il dottor Maurizio Gallo, responsabile del noto centro diagnostico Sanciro di Portici (in provincia di Napoli), chiede risposte e pone sul tavolo interrogativi condivisi anche da una larga fetta di cittadini. Venerdì 4 settembre il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha di fatto esteso la possibilità di eseguire i tamponi anche a cliniche e laboratori privati, ma con una postilla di non poco conto: questo tipo di analisi potrà essere eseguito (a pagamento) a patto che a richiederlo siano le aziende per i propri dipendenti, mentre il privato cittadino dovrà continuare a fare capo all’Asl di riferimento usufruendo di un servizio a costo zero.

Una condizione che fa della Campania un’eccezione nel panorama nazionale, dal momento che in altre regioni cliniche e laboratori privati possono operare su questo fronte senza paletti. Eppure in vista dell’inverno e del paventato aumento dei casi positivi al Coronavirus nonché della possibilità, concreta, di avere scenari di confusione tra l’influenza e il Covid, l’impiego dei laboratori privati potrebbe rivelarsi determinante. Il punto è che occorrerà essere rapidi non solo nell’effettuare i tamponi ma soprattutto nel processarli e, dunque, nel restituire i risultati ai cittadini, questo al fine di evitare inutili periodi di quarantena che finiranno col danneggiare le famiglie e in modo particolare i lavoratori autonomi già fortemente colpiti dal lockdown. Ma, con i ritmi di oggi, le Asl rischiano di non farcela. Basti guardare cosa è accaduto con l’obbligo di tampone per i campani rientrati dall’estero e dalla Sardegna: la promessa di consegna dei risultati entro 72 ore non è valsa per tutti. In tantissimi sono rimasti chiusi in casa per giorni senza conoscere l’esito, per non parlare delle difficoltà che hanno toccato anche i medici di base divenuti i terminali di una comunicazione che però spesse volte è andata in corto circuito.

«Il nostro intervento potrebbe aiutare a porre rimedio a questo scenario che in inverno andrà ad acuirsi – spiega il dottor Maurizio Gallo – Se la platea dei cittadini che ha bisogno del tampone si spalmasse anche sulle cliniche e i laboratori privati, le Asl potrebbero tirare una boccata d’ossigeno: avrebbero meno tamponi da processare e potrebbero rispondere in un tempo minore alla domanda dei cittadini; dal canto nostro noi siamo perfettamente in grado di partire anche adesso con i tamponi». La competenza e la professionalità dei privati nell’effettuare questo particolare tipo di test è un altro importante tassello di questa vicenda. E il centro diagnostico Sanciro può sfoggiare con orgoglio un primato che risale a non molto tempo fa: quando ci fu la prima Sars, la struttura fu individuata dal ministero della Salute come laboratorio di riferimento della Campania per la Sars. Ma la qualità del servizio che i privati sono in grado di offrire non sembra per ora essere stata valutata dalla Regione Campania. 

De Luca, abbozzando una spiegazione nella famosa diretta Facebook del 4 settembre, ha spiegato che la decisione di non aprire del tutto ai privati sta nel fatto che si vuole garantire un servizio pubblico a tutti rispetto ad un accertamento tanto delicato. Il chiarimento però non convince il dottor Gallo: «E’ un controsenso. Al cittadino va lasciata la libertà di decidere se vuole pagare per avere il tampone oppure no, in quanto ognuno deve essere padrone di conoscere il proprio stato di salute nei tempi e nei modi che lui decide, se lo fa a sue spesa. Al netto di ciò non va dimenticato che di fatto, ancora oggi, a causa dei tetti di spesa, si arriva ad un punto in cui chi deve eseguire radiografie, tac, prelievi, e tutta una serie di accertamenti diagnostici, anche molto costosi, può solo eseguirli a pagamento: allora, per essere coerenti, o si dovrebbe dire che da oggi tali accertamenti si possono fare solo in strutture pubbliche o si dovrebbe rimuovere, come promesso, i famigerati tetti di spesa».

Non solo: la norma che vieta ai laboratori privati di eseguire i tamponi ai cittadini presenta anche profili di interpretazione che sta creando confusione nel mondo di cliniche e laboratori. «C’è un laboratorio che, tramite un’intervista su un noto quotidiano, ha ammesso di effettuare i tamponi anche ai privati cittadini ma solo per i residenti di altre regioni, in cui questo limite ai privati non esiste. Quindi – ragiona il dottor Gallo – questa norma è rivolta ai laboratori oppure vuole solo penalizzare i cittadini? Ad ogni modo si tratta, a mio avviso, di una strategia sbagliata. Pubblico e privato non devono essere nemici, ma devono collaborare soprattutto in momenti di emergenza sanitaria come questa dove c’è bisogno di tutte le risorse in campo». 

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giovedì, 17 Settembre 2020 - 09:51
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