L’elenco degli ‘imprensentabili’ alle elezioni regionali comunicato dalla Commissione Antimafia a pochi giorni dal voto alimenta le tensioni di questa fine campagna elettorale. In Campania, dove si registra la presenza del maggior numero di incandidabili (ben 9 sui 13 conteggiati in relazione a tre regioni), il dibattito è acceso.
I partiti interessati dall’elenco che scotta hanno difeso i propri candidati contestando invece alla Commissione Antimafia tempi e modi per la divulgazione della notizia. Restano in silenzio, invece, i due candidati Vincenzo De Luca e Stefano Caldoro, che guidano le colazioni dove ci sono appunto gli impresentabili: un silenzio che cozza con quanto sta accadendo in Puglia dove l’uscente Michele Emiliano ha invitato gli imprensentabili (in questa regione sono 3) a fare un passo indietro. Dunque, la scena è tutta per chi prova a fare quadrato attorno ai ‘suoi’. Rompe lo schema il solo Movimento Cinque Stelle, che lancia nell’ennesima stoccata a De Luca e Caldoro.
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Tra chi non l’ha presa bene vi è “+ Campania in Europa”, la lista di ‘Più Europa’ (che fa capo a Emma Bonino) schierata a sostegno di Vincenzo De Luca: Michele Langella, consigliere comunale di Torre del Greco è finito nella ‘balck list’ stilata dalla Commissione Antimafia perché è imputato per riciclaggio. «La vicenda giudiziaria che riguarda il nostro candidato Michele Langella, consigliere comunale di Torre del Greco, incluso nell’elenco dei cosiddetti “impresentabili”, è un insulto alle istituzioni e alla ragionevolezza», si legge in una nota del partito. «Langella – si spiega nella nota – ricevette sulla propria PostePay un versamento di 3mila euro, provenienti da una vincita online, da parte di suo amico, che aveva chiesto a Langella di poter accreditare la vincita sul suo conto, per mancanza di un proprio strumento finanziario. Langella, completamente in buona fede, acconsentì alla cosa. Coinvolto improvvisamente nella vicenda giudiziaria dell’amico di cui sopra, Langella presentò dettagliata memoria difensiva a seguito della chiusura delle indagini. E’ a nostro parere indegno che dopo 7 anni siano state celebrate mere udienze di rinvio, congelando la vita e l’attività professionale e politica di una persona. Michele Langella è il più interessato a che la vicenda arrivi a una rapida definizione. E’ chiaro che, in questo caso, dobbiamo ravvisare come uno scrutinio destinato ad avere un forte impatto sulle persone e la vita politica venga condotto senza alcuna attenzione e approfondimenti dei casi singoli, buttando tutto in un indistinto calderone di malaffare. Non è così che si onora la lotta alle infiltrazioni mafiose nella vita politica», conclude la nota.
Contesta il metodo di divulgazione dei nomi degli ‘impresentabili’ anche Forza Italia, che conta tre candidati ‘a rischio’ (Monica Paolino, Maria Grazia Di Scala e Francesco Silvestro). «Un conto è l’applicazione di un codice di autoregolamentazione interna dei partiti, garantista o giustizialista che sia, altro è brandire a 24 ore dal voto uno strumento legittimo quanto si vuole ma che sta diventando ormai sempre più ‘politico’ e utilizzato per screditare gli avversari, perché oramai a questo ruolo rischia di ridursi la commissione parlamentare che all’approssimarsi di ogni tornata elettorale decreta, giudica e condanna i candidati ancor prima che un giudice naturale possa esprimersi definitivamente su eventuali procedimenti in corso», si legge in una nota del coordinamento regionale di Forza Italia. «In Campania Forza Italia, movimento politico garantista e rispettoso della Costituzione ben più di altre sedicenti forze democratiche, ha espresso le proprie candidature nel più assoluto rispetto della legge e difenderà sempre, senza avventurarsi in strumentali e affrettati giudizi che non siano politici, tutti i candidati di tutti gli schieramenti ai quali la nostra Costituzione consente la candidatura», conclude la nota.
Prova a ridimensionare l’eco mediatico della vicenda Carlo Iannace, il medico candidato nella lista ‘De Luca presidente’. Ha sulle spalle una condanna, in primo grado, a 6 anni. «Sono processi lunghi, bisogna avere le spalle larghe per andare avanti… – dice all’AdnKronos – Anche l’altra volta mi sono trovato in questa situazione, non penso che tutto questo possa modificare il giudizio dei cittadini sul mio operato. Continuerò a impegnarmi per la campagna elettorale con De Luca. Ho avuto un mandato la volta scorsa, che ho portato avanti con una certa dignità e anche stavolta cercherò di fare il mio meglio».
Va all’attacco degli imprensentabili e dei candidati governatori di riferimento, il Movimento Cinque Stelle. «Il rischio è che all’interno delle istituzioni regionali ci siano persone indegne. Avevo proposto un patto per liste pulite – commenta Valeria Ciarambino, candidata grillina alla presidenza della Regione Campania – cui nessun altro ha aderito, perché dentro le liste del centrosinistra e del centrodestra si è imbarcato di tutto pur di fare i voti, si punta sulla forza dei numeri e non sulla forza delle idee».
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venerdì, 18 Settembre 2020 - 09:26
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