Il marito le dà fuoco durante una lite, Mina muore dopo una settimana di agonia

Panchina rossa violenza sulle donne
La panchina rossa simbolo della lotta alla violenza contro le donne (foto Kontrolab)

E’ morta dopo una settimana di agonia. Logorata dalle ustioni provocate dal marito. Mina Safine, 45 anni e originaria del Marocco, è morta ieri all’ospedale di Genova, dove era stata trasferita dopo un primo ricovero a Brescia.

Il marito, Abderrahim Senbel, connazionale di dieci anni di più, l’ha aggredita una settimana fa versandole addosso del liquido infiammabile e poi dandole fuoco. L’orrore si è consumato nell’appartamento della coppia, al settimo e ultimo piano di una palazzina del quartiere Urago Mella a Brescia dove i due abitavano da un paio di anni.
L’uomo era stato inizialmente arrestato con l’accusa di tentato omicidio, ma adesso la contestazione sarà aggravata in quella di omicidio. Nel corso del primo interrogatorio di garanzia, si era avvalso della facoltà di non rispondere.

La morte di Mina non è passata sotto traccia. Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, ha ribadito che «serve, con sempre più una radicale rivoluzione culturale». «La violenza sulle donne è una schifezza, chi ammazza una donna è un infame», ha aggiunto. Le ha fatto eco Matteo Salvini, che su Twitter ha scritto: «Non chiamatelo ‘uomo’ o ‘marito’, è solo un infame. Una preghiera per Mina».

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lunedì, 28 Settembre 2020 - 09:55
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