Crollo a Rampa Nunziante, quei documenti sul palazzo andati persi durante il trasloco del Comune da una sede all’altra

Torre Annunziata, crollo della palazzina di Rampa Nunziante (foto Kontrolab)
di Roberta Miele

Alcuni documenti sono andati persi durante il trasloco del Comune di Torre Annunziata. Di qui i dubbi e le carenze del fascicolo del palazzo al civico 15 di rampa Nunziante, crollato il 7 luglio 2017, provocando la morte di otto persone (tra cui due bambini). 

Durante l’udienza del 28 settembre, la prima tenutasi nell’aula bunker di Poggioreale dopo la decisione del tribunale oplontino di trasferire il processo per la penuria di aule nel palazzo di giustizia di Torre Annunziata, la difesa dell’imputato Massimiliano Bonzani ha affrontato, attraverso i propri testimoni, i rapporti tra il proprio assistito e il coimputato Gerardo Velotto e la storia del palazzo venuto giù. Storia complicata, secondo l’ex sindaco Giosuè Starita, dal trasferimento degli uffici comunali da viale Manfredi a via Provinciale Schito, avvenuto nell’agosto 2008.

L’allora primo cittadino ha escluso che il palazzo fosse stato mai oggetto di contestazioni da parte dell’Amministrazione. Tanto che dopo il terremoto del 1980, furono elargiti più di 30 milioni di lire per la ricostruzione. Sulla stessa scia la testimonianza dell’architetto Linterno, che diversi anni prima del crollo redasse per il tribunale una perizia estimativa dell’edificio oggetto di una vendita all’incanto. Il perito ha dichiarato che in quell’occasione verificò l’esistenza della licenza edilizia dell’immobile, costruito però in maniera difforme da essa. Secondo l’architetto, la palazzina, edificata nel 1958 al di fuori del centro urbano, era condonabile.

È toccato poi ai colleghi di studio dell’architetto Bonzani. Entrambi hanno raccontato che l’unico collegamento tra il professionista e il palazzo sono le tabelle millesimali, compilate da uno dei due soci, e il computo metrico, preparato da Bonzani stesso. Documenti predisposti in vista dei successivi lavori di ristrutturazione al condominio. Gli architetti, che hanno raccontato di essere a conoscenza di tutte le committenze del socio di studio e di dividere tra di loro tutti gli utili, hanno escluso che Bonzani fosse il direttore dei lavori dell’appartamento al secondo piano di proprietà di Velotto. I due soci però, su domanda della difesa di Velotto, non hanno saputo dire quanto era costato il progetto di rifacimento curato da Bonzani della villa di Torre del Greco di proprietà di Velotto né se fosse stata emessa una fattura.

Leggi anche:
– Giustizia svenduta a Trani, la Cassazione gela la procura: annullato il sequestro dei beni dell’ex gip imputato
– Covid, De Luca contro forze dell’ordine, prefetto e ministero: «In Campania niente controlli. E’ uno scandalo nazionale»
– Ischia, violenza sessuale su una minorenne: fermati due giovani, uno ha 14 anni
– Roma, 28enne aggredito e picchiato da 2 fratelli perché non li invita a una festa
– Covid-19, figlio di un positivo utilizza scuolabus comunale: primo cittadino chiude tutte le scuole di Atena Lucana
– Ercolano, mancano i banchi monoposto: classe a lezione solo con le sedie. Il dirigente: «Disagio terminerà presto»

venerdì, 2 Ottobre 2020 - 18:39
© RIPRODUZIONE RISERVATA