Avvocati, anche a Torre Annunziata tentativo di golpe nel Coa. Ma il presidente gela i ribelli: «Grigie ambizioni personali»

Toghe

Dopo Nola e Napoli Nord, anche a Torre Annunziata scoppia il terremoto che rischia di travolgere il Consiglio dell’Ordine degli avvocati attualmente guidato da Luisa Liguoro. Undici consiglieri su 21 hanno chiesto le dimissioni del presidente e quelle dell’ufficio di presidenza (ossia vicepresidente, segretario e tesoriere) perché, lamentano, vi sarebbe stato «un sistematico e progressivo accentramento» da parte dell’Ufficio e una «consequenziale esclusione dei consiglieri» dalle attività.

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Nello specifico vengono mossi sei rilievi: «Il mancato rispetto del criterio di collegialità nelle scelte; la mancanza di trasparenza e di condivisione nelle decisioni e nelle nomine; la mancanza di una complessiva strategia di tutela degli iscritti; la personalizzazione delle funzioni e del ruolo; la mancata condivisione di notizie rilevanti per la vita del Consiglio e degli organismi ad esso collegati (il riferimento in questo caso è alla Fondazione De Nicola, ndr); un atteggiamento non incisivo nei confronti della dirigenza degli Uffici giudiziaria del Tribunale».

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Tra i punti più spinosi vi è quello che vuole fare ricadere sul segretario del Coa la colpa del disarcionamento di Gennaro Torrese, storico presidente del Coa (che ha dovuto rinunciare a ricandidarsi per effetto della legge Falanga sul doppio mandato), dalla presidenza della Fondazione Enrico De Nicola

La replica del presidente Liguoro non si è fatta attendere ed è stata una replica al veleno: «Non ci lasciamo intimidire e restiamo saldi al nostro posto». Il presidente ha poi anche lasciato intendere come l’azione degli 11 consiglieri sia connotata da irresponsabilità alla luce del particolare momento storico che sta vivendo la categoria a causa dei riflessioni del lockdwon e del ridimensionamento dell’attività giudiziaria.

«Nel pieno di una seconda ondata di Covid-19 – afferma Luisa Liguoro – con una classe di avvocati ripiegata su se stessa per le gravi problematiche da cui è afflitta, undici consiglieri hanno ritenuto di chiedere le mie dimissioni e quelle dell’ufficio di presidenza con accuse del tutto infondate e pretestuose. Capisco che viviamo uno dei periodi più singolari della nostra storia e che purtroppo questi episodi si ripetono un po’ ovunque sulla scorta di sterili e grigie ambizioni personali. Ma in questo caso, come a molti è già noto, la questione è ben diversa. Appare, infatti, quanto meno imbarazzante che la richiesta venga protocollata proprio in un momento finalizzato a fare chiarezza su delicate questioni interne all’ordine forense».

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sabato, 3 Ottobre 2020 - 11:51
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