No alle feste private ma «non verrà certo mandata la polizia a casa». Giuseppe Conte in diretta da Palazzo Chigi chiarisce in conferenza stampa un punto controverso del nuovo Dpcm sulle misure anti-contagio, quello che riguarda il divieto di organizzare ‘party’ in casa con più di sei ospiti non conviventi. Un chiarimento scontato da parte del premier, richiesto però vista la risposta di parte dell’opinione pubblica alla regola dei party ristretti e viste le recenti esternazioni del ministro della Salute Roberto Speranza che, in diretta tv, ha auspicato la collaborazione dei cittadini per segnalare eventuali trasgressioni al divieto di festini privati.
Dunque Conte ha messo un punto alle polemiche: « Dobbiamo indossare mascherine se ci si avvicina a persone fragili, se si ricevono ospiti e vi invitiamo a limitare il numero di ospiti non più di sei e di non svolgere feste e party in casa, sono situazioni di insidie pericolose. Ma non mandiamo certo la polizia in casa, perché tuteliamo la sfera privata dei cittadini. Chiediamo però di essere molto prudenti in questa fase».
Una fase che vede in Italia una crescita della curva epidemiologica, nonostante, sottolinei Conte, la situazione non sia assimilabile a quella di altri Paesi europei in cui i contagi hanno raggiunto picchi equivalenti a quelli raggiunti in piena fase emergenziale, la scorsa primavera. Nonostante numeri più confortanti, i dati in incremento richiedono il rispetto di regole e stili di vita improntati alla prudenza. Prudenza nelle relazioni sociali, prudenza nelle attività sportive e in quelle ludiche.
Dunque si impone la chiusura a mezzanotte di ristoranti, bar, pub, pasticcerie e alle 21 per i locali che non hanno tavoli né all’interno né all’esterno, con conseguente divieto di assembrarsi davanti agli ingressi delle attività. «Restano chiuse discoteche e sale da ballo, che il Governo non ha mai riaperto – continua Conte – E un numero limitato, massimo 30 persone, è chiesto anche per cerimonie come battesimi o matrimoni che non abbiamo vietato».
Stop anche alle gite e ai viaggi d’istruzione («Rinviate a periodi migliori»), al calcetto e ad altri sport di contatto a livello amatoriale (ma non professionistico né dilettante, purché si rispettino i protocolli).
martedì, 13 Ottobre 2020 - 17:03
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