Covid, inchiesta sulla truffa dei tamponi: pizzaiolo va a lavoro credendo di essere negativo ma il risultato era sbagliato

Procura di Napoli (foto Kontrolab)

Temendo di potere avere contratto il Covid, il dipendente di una pizzeria di Napoli si era affidato ad un ‘punto’ che pubblicizzava online l’esecuzione di tamponi ignorando che la pratica non era autorizzata dalla Regione. Così, quando il risultato aveva dato esito negativo, si è recato tranquillamente a lavoro. Ignorava, in buona fede, che il risultato del test fosse sbagliato e che invece vi era positività al Coronavirus.

E’ una delle storie emerse dall’inchiesta della procura di Napoli sulla truffa dei tamponi naso-faringei illecitamente pubblicizzati sul web e praticati a domicilio, senza alcuna autorizzazione di carattere amministrativo e sanitario, sfociata in 12 indagati e in decine di perquisizioni.

Proprio prendendo spunto dal caso del dipendente della pizzeria, la procura sta valutando anche se allargare lo spettro delle contestazioni: per ora è ipotizzato il reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa non si esclude che presto a questo reato si possa aggiungere anche quello di epidemia dolosa. Ieri il Nas si è recato nella pizzeria interessata per eseguire una serie di controlli. Intanto oggi è partita l’analisi del materiale sequestrato (documentazione, fascicoli, apparecchiature sanitarie, computer e telefoni cellulari), durante le perquisizioni. Complessivamente ieri i carabinieri del Nas hanno eseguito 17 decreti emessi dal sostituto procuratore Maria Di Mauro, magistrato in forza alla Seconda Sezione (Pubblica Amministrazione) coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio.

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mercoledì, 14 Ottobre 2020 - 17:11
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