Vigilante ucciso a Napoli, sconto di pena ai 3 ragazzi che lo aggredirono a sprangate. L’amarezza dei figli della vittima

Francesco Della Corte

Sconto di pena per i tre ragazzini che il 16 marzo del 2018 aggredirono il vigilante Francesco Della Corte provocandone la morte. I giudici della Corte d’Appello per i minorenni di Napoli hanno escluso l’aggravante della crudeltà dalla rosa della contestazioni (che era stata accolta nei due precedenti processi) ed hanno così livellato verso il basso le condanne disposte sia in primo che in secondo grado. Luigi Carrozza, Kevin Ardis e Ciro Urgillo – adesso tutti maggiorenni – sono stati condannati a 14 anni e 6 mesi ciascuno contro i ‘vecchi’ 16 anni e 6 mesi.

Il verdetto suggella il nuovo processo d’Appello che è stato celebrato a seguito della decisione della Cassazione, intervenuta a luglio, che ha annullato la prima sentenza d’Appello emessa il 19 settembre del 2019. Gli imputati sono stati difesi dagli avvocati Mario Covelli, Giuseppe Musella, Raffaele Chiummariello e Nicola Pomponio.

Francesco Della Corte, 52enne di Marano, venne brutalmente aggredito, a colpi di spranga, la sera del 3 marzo del 2018 davanti alla Metro di Piscinola. A causa della gravità delle ferite riportate, morì 12 giorni dopo in ospedale. Un’aggressione brutale compiuta allo scopo di impossessarsi della pistola d’ordinanza di Della Corte che, se venduta, avrebbe fruttato 600 euro.

La sentenza ha lasciato l’amaro in bocca alla famiglia di Della Corte. «Vivere la nostra vita, dopo quello che è accaduto è difficilissimo, conviviamo con la consapevolezza che ci è stato tolto un pezzo di cuore. Ogni evento felice non sarà mai davvero felice. Veniamo al Palazzo di Giustizia nella speranza, almeno, di portare via qualcosa in più per gli assassini, e invece ce ne andiamo con due anni in meno», sono state le parole di Marta e Peppe, figli di Francesco Della Corte.

«C’è grande delusione – ha aggiunto il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, che ha atteso la sentenza insieme ai familiari – Oggi le vittime piangevano e gli assassini gioivano, una scena che non auguro a nessuno di vedere. Grande vicinanza a Marta, Peppe e alla loro mamma. Speriamo che la Cassazione ora faccia giustizia in modo più duro».

giovedì, 15 Ottobre 2020 - 18:12
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