«Fatture false per evadere l’Iva», ai domiciliari il ‘re’ dei carburanti. Vendite ‘dopate’ per avere il monopolio del settore


C’erano 4 Ferrari, due Porsche, un Mercedes a altre automobili oltre a 70 moto d’epoca nella collezione di vetture sequestrate questa mattina dalla Guardia di finanza di Nola a un imprenditore del settore dei carburanti di San Giorgio a Cremano. Giuseppe Paparo, 53 anni, è il destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa del gip del Tribunale di Nola ed è accusato di frode fiscale. Il ‘tesoro’ dell’imprenditore, comprendeva anche altri beni, tutti sequestrati, per un valore di 10 milioni di euro.

Stando a quanto emerso dalle indagini la società finita nel mirino delle fiamme gialle, la Pa.Gi. Carburanti Srl che opera nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, avrebbe posto in essere una maxi evasione fiscale dichiarando, per diversi anni di esercizio, costi fittizi per oltre 44 milioni di euro evadendo così 10 milioni di Iva.

Secondo la ricostruzione operata dagli specialisti del II Gruppo Tutela Entrate del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli sotto la direzione della Procura della Repubblica di Nola, la società si sarebbe collocata al centro di un numerosissimo gruppo di imprese fantasma dislocate sull’intero territorio nazionale, la cui finalità era quella di consentire, tra l’altro, alla Pa.Gi. carburanti di evadere sistematicamente, e per diversi milioni di euro, le imposte derivanti dagli acquisti dei prodotti petroliferi.

Il titolare della Pa.Gi., ritenuto dagli inquirenti il dominus della frode Iva, data la sua pluriennale esperienza nel campo del commercio di prodotti petroliferi, ha impiegato, sistematicamente, nel corso del tempo, società diverse facenti capo a soggetti compiacenti per frodare il fisco. In particolare, nella veste di amministratore unico della Pa.Gi. Carburanti S.r.l. avrebbe ricevuto, annotato in contabilità ed indicato in dichiarazione gli importi relativi alle fatture emesse dalle società cartiere (circa 50 nell’ultimo quadriennio), concernenti transazioni commerciali fittizie.

Una vera e propria escalation di vendite della società, con una crescita esponenziale del volume di affari, resa possibile però per gli investigatori da un «collaudato sistema di frode», che «le ha consentito di divenire una fra le maggiori aziende che operano in Campania, sbaragliando la concorrenza ed alterando l’intero mercato regionale». Nel solo 2019, per citare un esempio, la Pa.Gi.  e società dello stesso gruppo familiare hanno avuto oltre 230 clienti

Il meccanismo fraudolento scoperto è quello tipico della  “frode carosello”: tra il venditore all’ingrosso e il soggetto commerciale acquirente del prodotto si interpongono società cartiere create al solo fine di consentire ad altri operatori economici di evadere le imposte, mediante la giustificazione contabile delle cessioni di beni effettuate da ulteriori imprese, realmente operative, che vengono celate al fisco.

Durante le investigazioni le fiamme gialle hanno effettuato un confronto tra le quotazioni giornaliere Platt’s (relative al prezzo del carburante ndr) e i prezzi di acquisto praticati in favore della Pa.Gi Carburanti, scoprendo che «il costo di vendita del prodotto alla società è stato nettamente inferiore rispetto a quello normalmente praticato dagli operatori all’ingrosso del settore e, in alcuni casi, anche inferiore al prezzo del primo fornitore».

L’effetto di tali condotte, oltre ad una protratta evasione dell’Iva per svariati milioni di euro, è stato quello dell’acquisizione di una posizione assolutamente dominante sul mercato, dato che la Pa.Gi. Carburanti, a seguito dell’evasione dell’Iva, ha raggiunto una posizione quasi monopolistica sul territorio regionale, aumentando, in maniera esponenziale, il proprio volume di affari.

giovedì, 22 Ottobre 2020 - 11:00
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