Taglio vitalizi, la Corte Ue respinge il ricorso di ex eurodeputati. Fico e Di Maio: «Sentenza storica». Ma Giro (Fi) li stronca

Il presidente della Camera Roberto Fico (foto Kontrolab)

Nulla da fare per alcuni ex europarlamentari italiani che hanno cercato di difendere, per via legali, il vitalizio dal taglio subìto. La Corte di giustizia dell’Ue con sede a Lussemburgo ha respinto il ricorso definendolo «irricevibile» e ha, di conseguenza, confermato la riduzione dell’emolumento. Con i loro ricorsi i ricorrenti, ex membri del Parlamento europeo eletti in Italia, o i loro superstiti, avevano chiesto al Tribunale di annullare le decisioni del Parlamento Ue che adeguano il calcolo della loro pensione di anzianità o di reversibilità al calcolo dell’importo delle pensioni percepite dai membri della Camera della Repubblica italiana e, se del caso, riducono l’importo della loro pensione di anzianità o di reversibilità. L’elenco dei ricorrenti non è visibile per motivi di riservatezza. La sentenza è stata emessa lo scorso 15 ottobre.

La decisione fa esultare i Cinque Stelle, che hanno fatto del taglio dei vitalizi uno dei loro cavalli di battaglia. «Il taglio dei vitalizi è giusto, sacrosanto. Lo dice anche la corte di Giustizia Europea che ha respinto il ricorso di chi voleva rirpistinarli e ha riconosciuto la bontà del lavoro fatto alla Camera. Spiace non si possa dire altrettanto del Senato, dove abbiamo incontrato resistenze evidenti», ha scritto Vito Crimi, capo politico dei grillini, in un post su Facebook.

Tuttavia Forza Italia frena gli entusiasmi spiegando nel merito la sentenza e bacchetta i vertici dei grillini per i precipitosi commenti di giubilo. «Abbiamo letto la sentenza della Corte europea di giustizia di Lussemburgo da cima a fondo e possiamo dire ad alta voce, e senza alcun timore di essere smentiti, che “La cosiddetta ‘sentenza Caliendo’ pronunciata dalla Commissione contenziosa del Senato contro la delibera Fico viene promossa a pieni voti dalla Corte europea di Giustizia – dice il senatore di Forza Italia Francesco Giro – Se da un lato i giudici europei distinguono il diritto acquisito alla pensione (che i grillini ortodossi volevano addirittura abolire del tutto) dall’importo della pensione stessa, sempre modificabile in ossequio all’art.75 dello Statuto dei deputati europei, senza che ciò comporti dunque la violazione del principio del legittimo affidamento, dall’altro lato però i giudici stessi precisano al capoverso 208 della loro lunga sentenza che, perché l’importo maturato sia immodificabile, devono sopraggiungere da parte dell’amministrazione parlamentare, nel caso di specie quella di Strasburgo, delle “assicurazioni” che evidentemente non vi sono state».

Giro, dunque, rievoca il contenuto della ‘sentenza’ Caliendo: «Al punto 8 delle sue motivazioni, in discussione non è la facoltà di modificare l’importo del vitalizio/pensione, che tuttavia deve essere ragionevole e proporzionato all’interesse pubblico che si vuole tutelare. Il problema invece si pone, e gli stessi giudici europei lo scrivono chiaramente, se da parte dell’amministrazione parlamentare di appartenenza, nel nostro caso il Senato, non siano state espresse garanzie e/o assicurazioni diverse attinenti la modificabilità stessa degli importi». «La sentenza Caliendo – prosegue Giro – affronta questo profilo in maniera definitiva, e da oggi con il beneficio e il sollievo di una sentenza europea a lei favorevole e omogenea, quando ricorda il “Regolamento delle pensioni dei senatori” atto cogente sotto il profilo giuridico-amministrativo, approvato con propria deliberazione dal Consiglio di Presidenza del Senato il 31 gennaio 2012, n. 113, dove appunto vengono prescritte quelle “assicurazioni” sugli importi delle pensioni, che lo stesso giudice europeo ha – nella sua sentenza – considerato come un requisito fondamentale per motivare un ricorso contro l’amministrazione che avesse assunto decisioni diverse e contraddittorie».

Per questa ragione Giro bacchetta sia Roberto Fico che Luigi Di Maio, che hanno rivendicato la bontà della decisione di tagliare i vitalizi alla luce della sentenza. Nello specifico Fico ha parlato di «sentenza storica che evidenzia, nel merito e nel metodo, la bontà dell’architettura della delibera della Camera da me firmata», mentre Di Maio ha parlato di «sentenza importantissima» e ha invitato «tutti gli ex parlamentari italiani che continuano a battersi per riprendersi il vitalizio» a fare «la cosa giusta» e farla «con dignità», ossia «rinunciate al vitalizio. Noi non molleremo. Non molleremo mai». 

«Con la sentenza di Lussemburgo il Presidente senatore Caliendo batte 2 a 0 il Presidente deputato Fico, che evidentemente non ha letto il lungo e complesso dispositivo che ci giunge dalla bella città di Lussemburgo – conclude Giro – Non commento le parole del ministro Di Maio. E’ lo stesso signore che disse da un balcone “abbiamo abolito la poverà”. Dico solo che, come talvolta gli accade, parla senza sapere di cosa si stia parlando». 

giovedì, 22 Ottobre 2020 - 15:17
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