Polveriera Campania, protesta a Ercolano contro il lockdown annunciato da De Luca. Confapi: «Pronti a scendere in piazza»

Vincenzo De Luca (foto Kontrolab)
Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca (foto Kontrolab)

Adesso la Campania rischia di diventare una polveriera per davvero. Vincenzo De Luca è pronto a varare il lockdown, possibilmente con il benestare del premier Giuseppe Conte. Ché il rischio è quello di vedersi sbattere la porta in faccia in caso di richiesta di aiuto, economico si intende, per le imprese e le partite Iva che si ritroveranno a incasso zero. Ecco perché il governatore annuncia che chiederà a Conte «un lockdown per tutta Italia». In tal modo l’Esecutivo sarebbe costretto a trovare una soluzione economica uguale per tutti, Campania inclusa. Ad ogni modo se Conte dovesse rispondere in modo negativo, la Campania andrà da sola per la sua strada. Con tutti i rischi che ne conseguono: le attività economiche potrebbero non avere alcuna scialuppa di salvataggio cui aggrapparsi e potrebbero non riuscire a contare neanche su quello scarso aiuto arrivato nei primi mesi dell’emergenza. Il che equivarrebbe condannare a morte certa centinaia di piccole e medie imprese e ridurre sul lastrico migliaia di famiglia, che già hanno attinto alle proprie risorse personali.

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Ma De Luca è deciso e fa leva sui dati sulla diffusione del contagio che, di giorno in giorno, si fanno più allarmanti. In base all’ultimo bollettino dell’Unità di crisi della Regione Campania i nuovi positivi sono 2.280. Di questi 100 sono i sintomatici. Sono stati 15.801 i tamponi eseguiti. Il bollettino, aggiornato alla mezzanotte scorsa, segnala anche 12 nuove vittime (decedute tra il 20 e il 22 ottobre) e 194 guariti. Il report dei posti letto segnala che in terapia intensiva sono occupati 98 posti sui 227 disponibili, mentre e’ in forte affanno il comparto delle degenze ordinarie Covid: i posti letto occupati sono 1.090 su 1.114, in pratica saturazione completa mentre si lavora per rendere liberi nuovi reparti ospedalieri finora adibiti ad altre attività. «Oggi siamo chiamati a prendere decisioni, forti, definitive ed efficaci per fare fronte ad una situazione che è diventata pesante (…) Non c’è più un’ora di tempo da perdere. In Campania procederemo per la chiusura di tutto», insiste De Luca.

Ma le sue parole, adesso, non vengono più accolte come ‘un male necessario’. Già ieri sera lo spiazza antistante la sede della Regione Campania è stato preso d’assalto dai titolari delle attività di ristorazioni sui quali si è abbattuta la mannaia dell’ordinanza del coprifuoco. La protesta è stata, ovviamente, pacifica, al pari delle tante altre che ci sono state in altre zone di Napoli ma anche a Salerno. Poche ore fa ad Ercolano, comune dell’area sud di Napoli, diversi ristoratori hanno bloccato l’uscita dello svincolo autostradale Ercolano-Portici, che affaccia sullo slargo dove svetta l’abbandonato Palazzo del Corallo. Altri cittadini, più giovani, in sella allo scooter hanno sfilato per il corso Resina richiamando l’attenzione con un frastuono di clacson.

E di proteste potrebbero esservene delle altre se De Luca renderà effettiva la promessa del lockdown. «La scelta drastica e repentina del lockdown necessita di un chiaro programma per impedire il fallimento delle aziende e per assicurare, con le misure sanitarie del caso, la prosecuzione delle attività economiche. Dobbiamo imparare a gestire la convivenza con il virus in attesa di vaccini e farmaci in grado di impedirne la propagazione. Confapi Napoli è pronta, se non ci saranno chiari programmi e prese di responsabilità a tutti i livelli, a scendere in piazza», commenta Raffaele Marrone, presidente Confapi Napoli. Che ricorda: «Ci sono attività che attendono ancora la cassa integrazione della primavera scorsa e tante altre, purtroppo, che non hanno proprio ripreso. La salute delle famiglie è di certo una priorità, ma la Regione Campania ha il dovere, nei confronti dei cittadini contribuenti, di essere chiara: come intende sorreggere l’economia spegnendo i motori per oltre un mese?».

Alza la voce anche Stefano Caldoro, capo della opposizione di centrodestra in Consiglio regionale della Campania, che torna ad invocare un commissariamento di De Luca nella gestione di questa emergenza: «La politica – dice Caldoro – non può abdicare le proprie responsabilità e limitarsi a minacciare il lockdown, buttando la colpa sui cittadini e distruggendo il tessuto produttivo. La politica non può chiudersi nei palazzi. Deve ascoltare le richieste delle famiglie, di chi produce e di chi lavora. Al dramma sanitario si aggiunge il dramma economico. Ed il rischio sarà quello di forti tensioni sociali e di irreversibili crisi».

Ci va giù duro anche il consigliere regionale della Lega Severino Nappi, che chiede le dimissioni del presidente della Giunta regionale: «La richiesta di un nuovo lockdown è la limpida ammissione del fallimento. De Luca ha sfornato un’ordinanza al giorno senza riuscire a frenare i contagi. Ora vuole chiudere i cittadini in casa ed evitare le proteste, non gli resta che dimettersi. I campani non possono morire soffocati nella morsa tra l’inettitudine del Governo e le pagliacciate del governatore». Alza la voce anche il deputato di Forza Italia Gigi Casciello, che ha sfidato De Luca a sindaco di Salerno nel lontano 1997. «La richiesta di lockdown totale avanzata al Governo dal Presidente De Luca conferma il fallimento prodotto dalla Regione Campania da marzo, dall’inizio della pandemia, fino ad oggi», dice Casciello. Che accusa De Luca di avere fatto «solo chiacchiere a volontà» e di avere «utilizzato la pandemia per accrescere il proprio consenso elettorale piuttosto che combattere il diffondersi del contagio». 

venerdì, 23 Ottobre 2020 - 17:38
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