Whirlpool Napoli, protesta e rabbia dei sindacati: «La dirigenza italiana continua a mentire». Boomerang per Di Maio

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Lo stabilimento Whirlpool di Ponticelli

Salvare la Whirlpool di Napoli da una chiusura che appare ormai inevitabile. Il giorno dopo l’incontro al Mise nel corso del quale il colosso industriale ha confermato la volontà di mettere il lucchetto allo stabilimento di via Argine, con la conseguente perdita dei posti di lavoro, la classe politica prova a mobilitarsi.

Diversi parlamentari e politici hanno lanciato un appello al premier Conte: «Napoli non può perdere neanche un posto di lavoro. La preoccupazione di perdere il lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti dello stabilimento Whirlpool di via Argine è anche la nostra. I vertici della multinazionale americana, proprio ieri al tavolo Mise, hanno ribadito che il 31 ottobre lo stabilimento partenopeo cesserà ogni attività produttiva. Chiediamo al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, di convocare al più presto, a Palazzo Chigi, i rappresentanti sindacali, le parti sociali», è quanto chiesto da Sandro Ruotolo, Peppe De Cristoforo, Gennaro Migliore, Paola Nugnes, Marco Sarracino (segretario metropolitano PD Napoli), Arturo Scotto, Paolo Siani, Lello Topo, Valeria Valente. Anche il Pd ha approvato in Direzione nazionale un ordine del giornale che ricalca l’appello dei parlamentari. 

Dal centrodestra, invece, piovono strali contro Luigi Di Maio che ha guidato il ministero dello Sviluppo economico dal giugno del 2018 al 5 settembre dello scorso anno e che si è trovato a gestire l’avvio della vertenza Whirlpool di Napoli. Il 30 ottobre del 2018 Di Maio scrisse su Facebook: «Whirlpool non licenzierà nessuno e, anzi, riporterà in Italia parte della sua produzione che aveva spostato in Polonia. Questo è il frutto di una lunga contrattazione che siamo riusciti a chiudere al ministero dello Sviluppo Economico. Sono quindi orgoglioso di dire che ce l’abbiamo fatta: stiamo riportando lavoro in Italia!». Un annuncio che adesso ha il sapore del boomerang per Di Maio, rimasto in silenzio sulla vicenda. Lo accusa in maniera diretta il senatore Maurizio Gasparri: «Ricordiamo le bugie seminate da Di Maio, allora Ministro del Lavoro, tuttora importante esponente del governo. Avevano detto che quella fabbrica non avrebbe chiuso. Che aveva avuto aiuti dei quali doveva rendere conto. I Grillini sono degli autentici bugiardi. Hanno mentito annunciando con Di Maio, dai balconi di Palazzo Chigi, che era stata abolita la povertà. Hanno mentito ai lavoratori della Whirlpool e a tanti altri lavoratori. Non si può collaborare con questa gente. Di Maio e gli altri vanno cacciati. Perché ignorare le tragedie sociali e mentire ai lavoratori che adesso vedono chiudere la loro fabbrica è una vergogna assoluta. Di Maio è un personaggio grottesco». Rincara la dose il capogruppo azzurro alla Camera dei Deputati Maria Stella Gelmini: «Il Movimento 5 Stelle aveva assicurato che il sito produttivo di Napoli della Whirlpool non avrebbe chiuso. Oggi accade l’esatto contrario, con danni incalcolabili per centinaia di lavoratori e per il Mezzogiorno del Paese. Di Maio e Patuanelli hanno preso in giro i cittadini». 

A sentirsi traditi dai grillini e dalla «dirigenza politica» sono gli stessi lavoratori, che oggi sono scesi in piazza per fare sentire la propria voce. Cori, slogan, bandiere, ma soprattutto la maglia bianca con la scritta ‘Napoli non molla’ indossata da centinaia di manifestanti davanti il palazzo dell’ufficio territoriale del Governo in presidio per buona parte della mattina. Una delegazione è  stata anche ricevuta in prefettura. «Se dopo 18 mesi di dichiarazioni a favore della nostra lotta non si produrranno atti concreti che ci diano risposta – dice il segretario generale della Uilm Campania, Antonio Accurso – si paleserà l’impotenza dell’esecutivo nel fare rispettare leggi e accordi dalle multinazionali. Da quello che succederà nei prossimi giorni valuteremo e capiremo se il governo, aldilà delle parole, sta dalla parte dei lavoratori o delle multinazionali, se difende il Mezzogiorno, i propri cittadini e il proprio paese oppure se difende gli interessi del capitale e di chi viene a sfruttare, finché gli conviene, il nostro paese».

Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil e responsabile elettrodomestico, pure lei presente all’incontro con il prefetto, evidenzia invece il ‘silenzio’ dei politici sul Consiglio dei ministri di ieri sera al quale il ministro Patuanelli ha sottoposto il caso Whirlpool e fa presente che vi è la necessità di cercare un nuovo interlocutore perché «la dirigenza italiana non è più credibile e continua a mentire, nascondendo il fatto che l’azienda ha guadagnato in questo trimestre quasi il doppio rispetto allo stesso periodo nel 2019, nonostante l’emergenza pandemica». «Inoltre – ha aggiunto Tibaldi – abbiamo ribadito che non c’è più tempo per Napoli. Il Premier Conte convochi il tavolo permanente su Whirlpool a Palazzo Chigi con la dirigenza americana. Vogliamo conoscere la verità. Non ci fermeremo, la lotta continua». 

venerdì, 23 Ottobre 2020 - 16:40
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