E’ una notte di proteste e di violenza quella che infiamma Napoli poche ore dopo l’annuncio del governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca di essere pronto a imporre un nuovo lockdown. E’ una notte dura. Una notte che doveva essere di lotta, ma pacifica, contro un provvedimento che metterà al tappeto le piccole e medie imprese, le partite Iva e le famiglie non garantite da stipendi statali e che si è trasformata in guerriglia.
Aggrediti giornalisti, come Paolo Fratter di Sky Tg24 e il cameraman, costretti alla fuga in diretta mentre stavano documentando e dando voce proprio alla ‘piazza’. Aggrediti i poliziotti, scesi ovviamente in strada in assetto antisommossa per vigilare sull’ordine pubblico: c’è chi si è scagliato con le mazze contro due blindati, costringendo alla fuga gli agenti che sedevano all’interno.
E poi cassonetti rovesciati, lancio di lacrimogeni. Una notte incandescente. Anche troppo per una frangia di manifestanti, pacifici, che a un certo punto ha deciso di staccarsi, prendendo così simbolicamente le distanze da un modo di protestare che ha trasformato Napoli in un campo di battaglia.
«Questa sera abbiamo assistito a veri e propri comportamenti criminali verso le forze dell’ordine. Nessuna condizione di disagio, per quanto umanamente comprensibile, può in alcun modo giustificare la violenza», ha commentato il questore di Napoli, Alessandro Giuliano. Via Santa Lucia, dove insiste la sede della Regione Campania, e le strade adiacenti sono il fronte di caldo di una rivolta che era nell’aria. Una vettura della Polizia municipale è stata danneggiata dai partecipanti al corteo; un cassonetto è stato dato alle fiamme mentre bottiglie di vetro sono state scagliate contro gli agenti. E’ una notte calda, quella di Napoli. In strada non c’è una sola categoria di persone. Ci sono ragazzi, commercianti (alcuni hanno esibito lo striscione con su scritto “Se tu mi chiudi, tu mi aiuti”, rivolto ovviamente a De Luca), ultrà della curva A dello stadio San Paolo, attivisti di centri sociali e movimenti come Identità insorgenti. Si sono mobilitati tutti dopo un tam tam sui social.
E se c’è stata un’infiltrazione di frange violente e criminali che hanno cercato di soffiare sul fuoco dell’esasperazione lo accerteranno nei prossimi giorni le forze dell’ordine che sicuramente proveranno a riavvolgere il nastro dei disordini attraverso le immagini delle telecamere di video-sorveglianza.
Anche a Salerno, la città di Vincenzo De Luca, è in rivolta. Ma qui non si sono verificati tafferugli. Qui, sfidando il coprifuoco imposto dal governatore, si sfila – nel centro storico – al grido di ‘Libertà, libertà’.
sabato, 24 Ottobre 2020 - 01:17
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