Napoli, la pista della deriva violenta organizzata a tavolino. Primi due arresti. De Luca: «Non cambio una virgola»


Una protesta violenta organizzata a tavolino sfruttando le comprensibili ragioni di una platea, assai vasta, di lavoratori, giovani e famiglia che invece erano scesi in strada per rivendicare in modo pacifico il diritto al lavoro che un nuovo lockdown spazzerebbe via. E’ la pista che stanno seguendo le forze dell’ordine per inquadrare gli episodi più feroci che nella notte appena trascorsa hanno trasformato via Santa Lucia, e le strade intorno, in un campo di battaglia. 

Che la guerriglia scoppiata in via Santa Lucia fosse organizzata, ragionano gli investigatori, lo si ricava da alcuni dati: il possesso di bombe carta da parte di alcuni contestatori; il possesso di mazze e spranghe usate anche per colpire blindati delle forze dell’ordine; la cautela nel coprirsi bene il viso e il capo (con cappucci, cappelli e mascherine) per evitare di essere identificati mediante le telecamere installate nella zona.

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Altro dato: si sta lavorando sull’infiltrazione nella folla di personaggi legati ai centri sociali e movimenti estremisti di destra, agli ultras e pure a personaggi di piccolo cabotaggio della criminalità organizzata, gente che tira avanti con lo spaccio di droga, reati predatori o parcheggiatori abusivi. La possibilità, come accadde in occasione della rivolta di Pianura nel gennaio 2008, è che gruppi di persone dai mezzi spicci sia stata magari stata assoldata per alzare il livello della tensione di una situazione in cui rabbia ed esasperazione sono già al colmo della misura. Meno verosimile la pista della regia della camorra, quella di sistema, che invece guarda al lockdown con particolare favore: la crisi degli imprenditori e dei commercianti rappresentata infatti una corsia preferenziale per i ‘boss in doppiopetto’ per riuscire a lavare i soldi sporchi e tenere sotto scatto il mondo economico-produttivo della città. Né va dimenticato che la camorra di sistema – come segnalato da autorevoli magistrati – sta attendendo con ansia l’utilizzo del Recovery Fund. Dunque, niente camorra dietro la guerriglia ma una regia diversa che avrebbe però sfruttato personaggi che vivono in certi contesti.

Per ora due persone che hanno partecipato agli scontri sono state fermate. Si tratta di due 32enni, entrambi del quartiere Vasto e con precedenti di polizia per droga e porto d’armi improprie. La polizia li ha bloccati durante gli scontri. Uno dei due reggeva in mano una bottiglia vuota. La coppia è stata anche processata per direttissima: per uno dei due la condanna è stata a un anno e 8 mesi; per il secondo, un anno e due mesi con pena sospesa. Negli scontri due poliziotti sono rimasti feriti, uno a una gamba e un altro a una mano. Un militare dell’Esercito ha riportato problemi all’udito. 

Resta, al di là della censurabile violenza esplosa ieri sera, la consapevolezza che a Napoli come in altre realtà della regione la tensione sociale è forte. E l’annuncio di un nuovo lockdown da parte del governatore Vincenzo De Luca ha fatto da detonatore. La prima ‘serrata’ ha affamato imprese e liberi professionisti. Confesercenti ha stimato che le imprese campane hanno fatturato 27,8 miliardi di euro in meno rispetto ai primi sei mesi del 2019 e il peggio deve ancora arrivare. Né gli aiuti stanziati dal Governo e dalla Regione sono stati congrui alle spese, altissime, pure sostenute dagli imprenditori nonostante la chiusura forzata e l’impossibilità di guadagnare. Un nuovo lockdown condannerebbe a morte certa tutte le realtà che in qualche modo hanno cercato di resistere sperando in una ripresa, seppure lenta. E’ per questa ragione che da un paio di settimane lo spiazzo antistante Palazzo Santa Lucia, casa della Regione, è teatro di rimostranze. Sempre pacifiche. E pacifica sarebbe stata anche la manifestazione di ieri notte se non fosse stato per un gruppo di facinorosi: in strada, infatti, sono scesi commercianti, studenti, liberi professionisti. Persone, tantissime, che da piazza San Domenico Maggiore sino alla sede della Regione hanno sfilato, esibito striscioni e rivendicato ‘Libertà, libertà’ senza creare un solo problema. Poi però dinanzi alla ‘casa’ politica di De Luca qualcosa si è rotto. E le forze dell’ordine dovranno stabilire cosa.

Con un breve post su Facebook De Luca ha provato a minimizzare, riducendo l’accaduto solamente all’esibizione di violenza da parte di «alcune centinaia di delinquenti» che «hanno sporcato l’immagine della città». E poi ha confermato la volontà di andare avanti per la strada indicata nella diretta Facebook: «Continueremo a seguire la nostra linea di rigore, senza cambiare di una virgola, come è nostro dovere fare». Come se le proteste, legittime e forti, di ristoratori e pezzi di società non siano mai esistite. 

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sabato, 24 Ottobre 2020 - 15:54
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