Coronavirus: 17012 contagi in Italia, 1981 in Campania. Lo studio: un italiano su dieci potrebbe essere stato contagiato


Calano i contagi in Italia: oggi si sono registrati 17012 casi, secondo il bollettino del ministero della Salute. Le vittime del Covid sono state 141. Diminuisce anche il numero di tamponi: 124.686, circa 40 mila in meno rispetto a ieri, quando erano stati 161.880.

Positivi in calo anche in Campania nelle ultime 24 ore – 1.981 rispetto ai 2.590 precedenti – ma a fronte di un minor numero di tamponi, 11.569 rispetto ai 16.906 precedenti. Secondo il bollettino dell’Unità di crisi regionale vi sono 1.832 asintomatici e 146 sintomatici; i deceduti tra il 23 ed il 25 ottobre sono 16. I guariti sono dieci. Il totale dei positivi è di 40.594 unità mentre il totale dei tamponi è di 871.772. Il report dei posti letto Covid su base regionale indica in 123 i posti terapia intensiva occupati su 227 attivabili; i posti di degenza occupati sono 1.191 su 1.500 attivabili.

Oltre 5 milioni di italiani ovvero il 10% della popolazione,, rende noto nel frattempo uno studio pubblicato sulla rivista ‘Science of the Total Environment’ e condotto da Giuseppe Arbia, del Dipartimento di scienze statistiche della Facoltà di economia, Università Cattolica, campus di Roma, in collaborazione con Francesca Bassi, dell’università di Padova, e Piero Demetrio Falorsi dell’Istat, sono entrati in contatto con Sars-Cov-2: uno su 10, in pratica, ha ‘incontrato’ il nuovo coronavirus. Molti di più, rispetto alle stime ufficiali. Secondo lo studio, cambierebbe anche l’età mediana dei contagiati, che salirebbe a 46 anni contro la stima di 41 anni, il dato del ministero della Salute calcolato sulla analisi dei tamponi effettuati.

Con i dati attualmente a disposizione, spiega Arbia, non è possibile avere una stima precisa del numero di persone entrate finora in contatto con Sars-Cov-2 e, dunque, della letalità del virus, che si calcola facendo il rapporto tra il numero di decessi e il numero di persone contagiate. Considerando infatti i criteri con cui vengono effettuati i tamponi, risultano sovra-rappresentate le persone infette e con sintomi e, di contro, sottorappresentati gli asintomatici e i paucisintomatici.

«In questo lavoro – prosegue – abbiamo tentato di ovviare a questa distorsione proponendo un modello statistico attraverso cui i dati ufficiali vengono ‘pesati’, sulla base della struttura per sesso ed età della popolazione italiana. In altre parole, ad esempio, dato che gli individui più giovani rientrano raramente nei dati ufficiali in quanto più spesso asintomatici, nel nostro modello vengono pesati maggiormente».

Il risultato «è una stima delle persone entrate in contatto col virus di molto superiore ai dati ufficiali e pari a circa 5.263.000, un po’ meno del 10% della popolazione, contro una stima di 381.602 ottenuta con i dati ufficiali della Protezione civile, e 1.482.000 emersa dall’indagine sierologica condotta dall’Istat», sottolinea Arbia. Un dato «in linea con le stime dell’Imperial College di Londra e con quelle diffuse da Mike Ryan dell’Organizzazione mondiale della sanità, che convergono nell’affermare che i contagiati sarebbero, appunto, il 10% circa della popolazione mondiale».

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lunedì, 26 Ottobre 2020 - 17:47
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