Lockdown, la rivolta dei commercianti di Ercolano: serrande abbassate e raduno in piazza con la ‘benedizione’ del sindaco

La protesta ad Ercolanolo scorso 22 ottobre

Saracinesche abbassate per tutto il giorno e raduno pacifico in piazza Trieste: i commercianti di Ercolano continuano la loro protesta contro le misure del Dpcm e dell’ultima ordinanza regionale che impone orari di apertura dimezzati per i ristoratori e la chiusura totale per alcune attività ritenute non essenziali. Questa mattina dalle 7 si svolgerà la manifestazione, confermata anche dopo l’incontro che i rappresentanti dei negozianti ercolanesi hanno avuto con il sindaco della città degli Scavi Ciro Buonajuto nella giornata di ieri. “Tutti chiusi” a partire della 7, come si legge nel volantino fatto girare da ieri nel Comune del Vesuviano che in Campania è stato tra i primi a far scattare la contestazione alle  misure la scorsa settimana con il blocco del casello autostradale all’uscita Portici-Ercolano e una manifestazione di piazza.

Leggi anche / Lockdown in Campania, 11 sindaci strigliano De Luca: «Famiglie costrette a scegliere se morire di Covid o di fame»

E’ un periodo complicato per Ercolano, così come per altre realtà del Vesuviano stremate da un’emergenza economica che procede di pari passo con la seconda ondata del virus. A Ercolano ad ieri (26 0ttobre) si contavano 302 persone positive al Coronavirus già in quarantena obbligatoria a casa, per la maggior parte asintomatici e o con sintomi lievi. Il numero dei tamponi totali effettuati sui cittadini di Ercolano da inizio ottobre, ha comunicato il sindaco Buonajuto,  sono 2.127, i guariti totali al momento sono 21. Una situazione che per il primo cittadino «resta ancora grave e preoccupante».

Buonajuto ha poi spiegato di avere appoggiato la protesta di questa mattina. «I portavoce dei commercianti hanno voluto incontrarmi – ha affermato –  a loro ho detto di tenere alte le ragioni della protesta. Così come ho deciso di sottoscrivere insieme a tanti altri colleghi sindaci italiani una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte un accorato appello all’unità nazionale. Troppo spesso in questi mesi le decisioni sono state calate dall’alto senza un processo partecipativo. E’ il caso dell’ultimo Dpcm, quello che contiene le disposizioni sulla chiusura di bar e ristoranti, lo stop delle attività sportive, cinema e teatri. Norme dirompenti per milioni di lavoratori e imprenditori. Norme che andavano concertate con i territori».

Leggi anche:
– Napoli, parcheggiatori abusivi col reddito di cittadinanza stanati dai carabinieri: dovranno restituire migliaia di euro
– Europa piegata dal ritorno del Coronavirus: Francia e Germania verso il lockdown nazionale. Coprifuoco anche in Russia
– Decreto Ristori, c’è anche il ‘pacchetto giustizia’: udienze a porte chiuse e indagini da remoto tra le nuove misure
– Lockdown, si corre ai ripari: aiuti raddoppiati per chi ha chiuso. Rateizzazione dei debiti anche per i morosi
– Prove tecniche di isolamento, la Farnesina sconsiglia i viaggi all’estero: troppi contagi nel mondo, possibili restrizioni
– La lunga notte contro il lockdown: scene di guerriglia in diverse città tra vetrine infrante e molotov. Allerta del Viminale

mercoledì, 28 Ottobre 2020 - 09:23
© RIPRODUZIONE RISERVATA