Camorra dei Monti Lattari, il clan imponeva l’acquisto di gadget pubblicitari a commercianti e imprenditori: 6 arresti


Il pizzo ‘dei gadget’ veniva imposto ai commercianti della zona dei Monti Lattari approfittando della forza intimidatrice dell’appartenenza al clan: le minacce e le violenze, rivolte in particolare a chi provava a opporre resistenza, erano lo strumento utilizzato da presunti affiliati al clan Gentile, operante nella zona stabiese, per imporre ai negozianti dell’area l’acquisto di giubbotti o magliette di scarso valore a prezzo fuori mercato, fino a 34 euro. Le dinamiche estorsive del clan sono state scoperte dai carabinieri a seguito di indagini sul business delle estorsioni della camorra nella zona dei Monti Lattari; indagini che questa mattina all’alba hanno portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare (tre in carcere, tre ai domiciliari) emessa del gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea nei confronti di sei persone, accusate di estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’ordinanza è stata eseguita a Castellammare, Pompei, Agerola (provincia di Napoli) e San Fele (Potenza).

Stando a quanto emerso, gli indagati paventando l’appartenenza al clan Gentile avrebbero costretto diversi commercianti e imprenditori ad acquistare gadget pubblicitari (quali giubbotti e magliette) dal valore irrisorio a prezzi fuori mercato. I soggetti di volta in volta riforniti, ben consapevoli dello spessore criminale degli indagati, non potevano rifiutare l’acquisto dei gadget pubblicitari alle condizioni particolarmente gravose imposte, essendo anche costretti a comprare polo, maglie, smanicati ed altro sia nel periodo natalizio che in quello delle successive festività pasquali. I comportamenti minacciosi incidevano sia nella fase genetica del rapporto, quando veniva imposto l’acquisto, sia nella fase di determinazione dei quantitativi di merce e dei prezzi praticati stabiliti unilateralmente dai fornitori al di fuori di qualsivoglia logica di mercato ed anche nella fase finale di incasso dei prezzi imposti, allorquando venivano usate minacce e violenza nei confronti di chi era in ritardo nei pagamenti. In un caso documentato dagli inquirenti un imprenditore della zona ha acquistato  30 magliette al prezzo di 34 euro circa ciascuna.

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lunedì, 2 Novembre 2020 - 07:53
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