Dpcm, tre aree con ‘scenari di rischio’. Ecco quali sono e quali parametri userà il Governo per stabilire il lockdown

Folla in mascherina a Napoli /Foto Kontrolab

No al lockdown nazionale ma anche no ai lockdown decisi dalle Regioni. Il braccio di ferro tra Governo ed enti locali che negli ultimi giorni ha alzato il livello di tensione intorno all’ultimo Dpcm del Governo contenente le misure anti-contagio si è risolto con la scelta dell’Esecutivo di procedere localmente, sì, ma non delegando ai governatori la scelta di istituire le zone rosse come si era inizialmente ipotizzato. Le aree a rischio saranno invece individuate secondo precisi parametri scientifici che tengano conto degli scenari di rischio illustrati dall’Istituto superiore della Sanità. Il Dpcm entrerà in vigore entro domani, mercoledì 4 novembre.

Ad annunciare la scelta del Governo è stato lo stesso presidente del Consiglio Conte che ieri ha illustrato il contenuto del nuovo decreto prima alla Camera dei deputati e poi in Senato. Conte ha parlato di «tre macro aree» senza specificare di quali Regioni si tratti, creando in verità ulteriore confusione. Quali sono le zone a rischio? Cosa significa macro-area? La risposta è contenuta nel documento redatto dall’Iss lo scorso 12 ottobre in sinergia con il ministero della Salute (cui spetterà istituire le zone rosse). Nel documento vengono individuati tre scenari e preso come punto di riferimento l’indice di trasmissibilità del virus (Rt). Dunque, come ha poi spiegato Conte, un’area sarà quella delle Regioni in cui si registra lo scenario 4, ovvero il rischio alto, e in queste verranno intraprese misure più stringenti. La seconda area è quella in cui si identifica lo scenario 3, situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo, con valori di Rt regionali compresi tra 1,25 e 1,5.. Poi una terza area (scenario due, ovvero situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario nel breve-medio periodo, con valori di Rt regionali compresi tra 1 e 1,25), formata dalle altre Regioni in cui il rischio è meno preoccupante. Concretamente, le Regioni dello scenario 4 potrebbero essere Lombardia, Piemonte e Calabria, dove il ministero della Salute potrebbe con ordinanza istituire una sorta di zona rossa con scuole e università chiuse, spostamenti limitati e smart working. Se lo scenario 4 si protrae per più di 3 settimane si passa a misure più forti compresa la limitazione della mobilità delle persone.

Per stabilire a quale scenario appartenga una Regione si farà riferimento a precisi indici, come l’Rt (indice di trasmissibilità) o il numero di posti letto negli ospedali oltre a quelli (erano 21) già indicati nella fase 1 (come il numero di strutture residenziali con criticità, gli accessi al pronto soccorso, i posti letto di terapie intensive occupate).

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martedì, 3 Novembre 2020 - 08:38
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