Napoli, altri ospedali convertiti in Covid hospital e 3 concorsi per cercare personale. De Luca insiste su lockdown

vincenzo de luca
Vincenzo De Luca

La corsa contro il tempo per recuperare posti letto negli ospedali da destinare non solo alle terapie intensive ma anche ai malati con maggiori sintomi di Covid-19; la protesta dei cittadini per la trasformazione di storici presidi ospedalieri in Covid hospital; la curva dei nuovi casi positivi che continua a salire e il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca che continua a insistere per un lockdown nazionale. In Campania è l’ennesima giornata campale.

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I nuovi Covid hospital
Questa mattina un presidio di protesta si è svolto stamattina a Napoli davanti all’ospedale San Giovanni Bosco, nella zona della Doganella, che diventerà a giorni Ospedale Covid. I manifestanti hanno chiesto il mantenimento dei servizi di pronto soccorso e degli altri servizi essenziali per l’ area Nord di Napoli, a forte densità abitativa. I manifestanti sono stati controllati dalla polizia e dai carabinieri del Reparto Campania, ma non ci sono stati incidenti. L’attivazione del Covid Hospital è prevista l’ 11 novembre: 89 i posti letto destinati ai pazienti Covid. Già trasferiti altrove i ricoverati mentre sono in corso alcuni lavori di adeguamento.

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Anche un’area del Policlinico sarà riconvertita a centro Covid: «La Regione ha chiesto 150 posti letto e stiamo lavorando per raggiungere questo risultato. Ce la faremo, credo anche a breve», ha annunciato il neo rettore della Federico II di Napoli Matteo Lorito durante la conferenza stampa convocata in occasione dell’avvio del mandato di sei anni alla guida dell’ateneo. Il rettore ha precisato che solo un’area del Policlinico sarà riconvertita a centro Covid. «Oggi conta circa 500 posti letto – ha aggiunto -, quindi la struttura non sarà sottratta alla cura di altre patologie. Il Policlinico deve mantenere l’assistenza, ma garantire anche la formazione. Inoltre devo dire che anche ai pazienti Covid va garantita una assistenza adeguata e servono expertise complesse che un grande Policlinico come il nostro più garantire». «Il Policlinico – ha aggiunto il neo rettore -, rispetto ad altre realtà ospedaliere della Campania, è sempre stato la “cenerentola” rispetto ai finanziamenti ricevuti. È stata trascurata soprattutto la parte strutturale, ma ci avviamo a una fase nuova. Credo che il Covid possa essere anche un modo per un rilancio di una realtà che, seppur inadeguata sul piano strutturale per interventi che non sono stati fatti, ho trovato oggi estremamente interessante e con grandissime potenzialità».

La ricerca di personale medico, banditi tre concorsi dall’Asl Napoli1

Ma la corsa contro il tempo riguarda anche la ricerca di personale medico, altra nota dolente in questa guerra alla diffusione del Coronavirus. L’Asl Napoli1 ha bandito tre concorsi ad horas con scadenza 9 novembre. Nell’ordine: assunzione a tempo determinato per sei mesi, eventualmente rinnovabili, di 40 Dirigenti Medici di Anestesia e Rianimazione, 20 Dirigenti Medici di Direzione Medica di Presidio Ospedaliero e 20 Dirigenti Medici di Medicina Interna. Sono dunque 80 le unità di personale che la direzione generale dell’ASL Napoli 1 Centro punta ad immettere nel più breve tempo possibile in servizio; alle procedure di concorso possono partecipare anche i giovani medici che non hanno ancora conseguito la specializzazione, purché completino l’iter entro il 30 novembre 2020. «Spero che questi bandi non vadano deserti – ha spiegato l direttore generale Ciro Verdoliva – e che ancora una volta da parte dei più giovani ci sia una risposta di grande responsabilità. Stiamo facendo tutto ciò che possiamo per non lasciare nulla di intentato e infoltire le fila del nostro personale che sta sopportando un peso enorme per fronteggiare la crisi, uno sforzo che merita il rispetto di tutti e per il quale non posso che ringraziare la grande squadra dell’ASL Napoli 1 Centro. Speriamo, con queste procedure di concorso, di poter immettere presto forze fresche che possano in parte alleggerire il carico».

Nuovo incontro Regioni-Governo, De Luca insiste per lockdown nazionale
De Luca, intanto, continua a spingere per il lockdown nazionale. Come già evidenziato nell’ultima diretta Facebook, per il governatore della Regione Campania non servono «misure mezze mezze» perché dato il «livello di gravità» della situazione sono «tempo perso». Né serve chiudere «territori interi» come «Milano e Napoli» perché data la diffusione del virus essa sarebbe una «stupidaggine». De Luca è per il lockdown nazionale, misura che ha chiesto diverse settimane fa ma che Conte ha respinto al mittente. Ad ogni modo De Luca non molla e oggi pomeriggio, in occasione del vertice delle Regioni con il governo e la protezione civile nazionale di oggi pomeriggio, De Luca ribadirà la richiesta di provvedimenti su base nazionale, senza differenti misure previste a seconda delle Regioni. Una misura nazionale, sostiene il governo regionale, è necessaria per frenare i contagi che continuano ad aumentare. La Regione al momento mantiene comunque le sue ordinanze più restrittive come lo stop generale alle lezioni in presenza a scuola, che da ieri è stato ampliato anche agli asili, e lo stop alla mobilità interprovinciale in Campania. Ieri De Luca in conferenza Stato-Regioni ha chiesto al governo l’estensione dei congedi parentali, con modifica che porti al cento per cento dello stipendio, a vantaggio dei genitori con figli di età compresa tra zero e 16 anni, la concessione di un corrispettivo bonus famiglia ai lavoratori autonomi, l’adozione di misure per frenare la mobilita’ e gli assembramenti nelle piazze e sui lungomare. De Luca ha anche chiesto un piano straordinario di controllo da parte delle forze dell’ordine per il rispetto delle ordinanze e l’assoluta contemporaneità delle misure del Governo di contenimento dell’epidemia, con quelle previste e annunciate a sostegno alle categorie colpite già dalla crisi, che subiranno ulteriori ricadute sul piano economico.

martedì, 3 Novembre 2020 - 15:33
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