Coprifuoco, zone rosse, scuola, negozi, lavoro: ecco l’ultimo Dpcm. Ma è ancora scontro con i governatori delle Regioni

giuseppe conte
Giuseppe Conte

Nonostante nove mesi di ‘rodaggio’, durante i quali l’Italia ha potuto saggiare sulla propria tenuta economica e sociale le conseguenze di scelte a metà e di scelte ‘totalizzanti’ e le storture di un sistema decisionale tentennate, il Governo ricade nella stessa trappola finendo per arrivare al varo di un Dpcm (firmato da Conte stanotte) che scontenta tutti, in primis i presidenti delle Regioni. Fino all’ultimo minuto la trattativa tra l’Esecutivo e i governatori è stata serrata e accesa: da un lato Conte e i suoi, decisi ad ascoltare il Comitato tecnico scientifico e a procedere con il sistema delle tre aree di rischio (rossa, arancione, gialla), dall’altra i rappresentanti regionali che chiedevano e chiedono norme certe e generalizzate anche al fine di evitare le scene vissute nel marzo dell’anno scorso, tra tutte l’esodo dal Nord che tanto è costato in termini di contagi nell’area meridionale del Belpaese.

E’ andata di nuovo così. Giuseppe Conte ha ascoltato per l’intera giornata le Regioni, poi ha messo la firma su un documento che scontenta tutti e che prevede da domani, 5 novembre, e fino al 3 dicembre, le nuove misure per arginare i contagi da Coronavirus. Alla fine, dopo le indiscrezioni a grappolo e le bozze rilasciate con grande generosità, è arrivato il testo definitivo. Dal 5 novembre in Italia si ripresenta lo scenario vissuto nella primissima fase della pandemia, alla vigilia del lockdown locale, quando si cercò di chiudere il Nord nella zona rossa. Stavolta però non c’è la stessa situazione, il contagio non è circoscritto a Lombardia e Veneto come allora, e il sistema che qualcuno ha definito ‘delle bandierine’ ha già generato confusione.

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In sostanza, secondo quanto prevede il nuovo decreto, le Regioni diventeranno zona rossa in base all’algoritmo studiato per calcolare l’evoluzione del problema Covid-19 in Italia. Se diventeranno zona rossa, dovranno chiudere tutto come nella prima fase. restano però aperti parrucchieri ed estetiste. Zona rossa dovrebbero diventare Lombardia, Piemonte, Calabria, Alto Adige, Valle d’Aosta. Zona arancione Campania

Certezza invece sulle regole di carattere nazionale. Prima di tutto il coprifuoco, sul quale pure c’è stata una correzione: non più cittadini in casa dalle 21, ma dalle 22 alle 5 del mattino (salve comprovate esigenze). «È in ogni caso fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche, per tutto l’arco della giornata – si legge nella bozza che resta comunque provvisoria-  di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi”.

Nelle aree ad alto rischio che ricadono negli scenari 3 e 4 indicati nel documento dell’Istituto superiore della Sanità – quelle caratterizzate da uno scenario di ‘elevata gravità e quelle nelle quali ci sono situazioni di massima gravità – «è vietato ogni spostamento in entrata e uscita dai territori». Può riguardare intere «Regioni o parti di esse». La differenza tra le zone che ricadono nello scenario 3 e in quelle che rientrano nel 4 sta nel fatto che in queste ultime sono vietati anche gli spostamenti «all’interno dei medesimi territori», dunque a livello comunale e provinciale.

Nelle zone a massimo rischio resteranno chiusi anche negozi  e mercati «fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari». Il provvedimento ferma anche i mercati, tutte le attività di bar e ristorazione (salvo la consegna a domicilio l’asporto consentito fino alle 22) e le attività sportive. Resta invece consentita l’attività motoria «in prossimità della propria abitazione» e con obbligo della mascherina e l’attività sportiva «esclusivamente all’aperto e in forma individuale». Per le aree ad alto rischio, dunque nelle zone arancioni, restano invece aperti i negozi ma chiudono bar e ristoranti. Limitato in queste zone anche «ogni spostamento con mezzi di trasporto pubblici e privati in un comune diverso da quello di residenza» salvo esigenze di lavoro, studio, salute e necessità.

La bozza del nuovo Dpcm prevede che a bordo dei mezzi pubblici del trasporto locale e del trasporto ferroviario regionale sia consentito «un coefficiente di riempimento non superiore al 50 per cento»; ciò con esclusione, però, del «trasporto scolastico dedicato».

Smart working ai massimi livelli possibili, sia nella Pubblica amministrazione sia nel settore privato, e ingressi differenziati del personale. In particolare, le pubbliche amministrazioni (salvo il personale sanitario e chi è impegnato nell’emergenza) dovranno assicurare «le percentuali più elevate possibili di lavoro agile, compatibili con le potenzialità organizzative e con la qualità e l’effettività del servizio erogato» e «con le modalità stabilite da uno o più decreti del Ministro della pubblica amministrazione». Sarà compito di ciascun dirigente di garantire il massimo livello di smart working. La bozza di Dpcm contiene anche la «forte raccomandazione» dell’utilizzo della modalità di lavoro agile da parte dei datori di lavoro privati.

La mascherina sarà obbligatoria a scuola per i bambini delle elementari e delle medie, anche quando sono seduti al banco.  «L’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l’infanzia continua a svolgersi in presenza -si legge nel testo – con uso obbligatorio di dispostivi di protezione delle vie respiratorie salvo che per i bambini di età inferiore ai sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina».

Al fine di contrastare il diffondersi del coronavirus, la bozza prevede lo stop dei servizi di crociera da parte delle navi passeggeri di bandiera italiana. Il provvedimento fa salve le crociere in atto entro l’8 novembre. E’ inoltre consentito alle navi di bandiera estera impiegate in servizi di crociera l’ingresso nei porti italiani esclusivamente ai fini della sosta ‘inoperosa’.

E’ prevista la «sospensione dello svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni, a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica ovvero in cui la commissione ritenga di procedere alla correzione delle prove scritte con collegamento da remoto, nonché ad esclusione dei concorsi per il personale sanitario, ivi compresi, ove richiesti, gli esami di Stato e di abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo e di quelli per il personale della protezione civile». Lo stop ai concorsi era stato previsto dal governo in una prima bozza del Dpcm del 24/10 salvo stralciare il comma successivamente, su richiesta delle Regioni.

La bozza del nuovo Dpcm non chiude i circoli sportivi nei territori nazionali non soggetti a ulteriori restrizioni (come nelle zone rosse) ma vieta l’uso degli spogliatoi. L’articolo 1, comma f, ricorda che «sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali, fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza, nonché centri culturali, centri sociali e centri ricreativi». «Ferma restando la sospensione delle attività di piscine e palestre, l’attività sportiva di base e l’attività motoria in genere svolte all’aperto presso centri e circoli sportivi, pubblici e privati, sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, in conformità con le linee guida emanate dall’Ufficio per lo sport, sentita la Federazione medico sportiva italiana, con la prescrizione che è interdetto l’uso di spogliatoi interni a detti circoli».

 Nelle zone rosse la bozza del Dpcm prevede la sospensione delle attività sportive, comprese quelle presso centri e circoli sportivi, anche se svolte all’aperto. E’ solo consentito «svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con obbligo» di mascherine. Si può inoltre svolgere attività sportiva esclusivamente all’aperto ed in forma individuale. Saranno chiusi i musei.

mercoledì, 4 Novembre 2020 - 08:11
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