Dpcm, Campania nella ‘zona arancione’: cosa significa e quali conseguenze per le attività commerciali e gli spostamenti

foto Kontrolab

Cosa può accadere alla Campania con l’approvazione del nuovo decreto del presidente del Consiglio che fissa zona rosse, gialle e arancioni a secondo dello scenario di rischio? La domanda è importante, perché secondo il provvedimento del Governo, al momento in bozza, non ci sarà un lockdown generalizzato ma circoscritto alle zone e temperato in base alla situazione contagi. La Campania, stando alla situazione attuale valutata secondo l’indice di trasmissibilità e altri parametri (sono in tutto 21) indicati in un documento dell’Istituto superiore della Sanità, dovrebbe nella zona arancione, ovvero nella seconda fascia, meno a rischio rispetto alla zona rossa e in una condizione più preoccupante rispetto alla zona verde. Insieme alla Campania, nella zona arancione attualmente rientrerebbero anche Liguria, Puglia e Veneto, sebbene quest’ultima Regione (insieme all’Emilia Romagna) potrebbe rientrare nella zona verde.

Secondo l’ultima versione del Dpcm, dunque, in Campania e nelle Regioni che si trovano in situazioni assimilabili, scatterebbe come per le zone rosse il divieto di spostamento in entrata e in uscita dai territori se non con autocertificazione comprovante le esigenze di lavoro, salute, studio, familiari. Limitati anche gli spostamenti all’interno del territorio regionale con mezzi di trasporto pubblico o privato, in un Comune diverso da quello in cui si risiede, si ha domicilio o abitazione. In merito alla scuola, dove peraltro la Campania ha già previsto la chiusura, valgono le regole generali inserite nel Dpcm per tutti i territori.

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Nelle zona arancioni chiudono anche bar e ristoranti, salvo la possibilità di consegna a domicilio e asporto (fino alle 22 in quest’ultimo caso). La chiusura non vale per autogrill, ospedali, aeroporti dove ristoranti e bar resterebbero aperti.

Per il resto, in Campania come nel resto d’Italia valgono le misure che hanno portata nazionale: stop agli spostamenti dalle 22 alle 5, capienza dei mezzi di trasporto dimezzata, niente sport indoor, centri commerciali chiusi nel fine settimana, sospesi i concorsi, chiusi i musei e interdette le mostre.

Il governatore della Campania rispetto alle decisioni di Conte si è però ancora una volta fatto sentire, come altri presidenti di Regione. Secondo De Luca servono interventi generalizzati su base nazionale, senza differenti misure previste a seconda delle Regioni. Una misura nazionale, sostiene il governo regionale, è necessaria per frenare i contagi che continuano ad aumentare. La Regione al momento mantiene comunque le sue ordinanze più restrittive come lo stop generale alle lezioni in presenza a scuola, che è stato ampliato anche agli asili, e lo stop alla mobilità interprovinciale.

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mercoledì, 4 Novembre 2020 - 09:01
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