Il caos della zona rossa: il sindaco di Milano punge il Governo, Fi punta l’indice e il Pd lombardo se la prende con Fontana

Il twitter del sindaco di Milano Beppe Sala

Il pasticcio imbarazzante del Governo sulla mancata definizione delle ‘zone rosse’ benché annunciate è racchiuso in un post su Twitter del sindaco di Milano Beppe Sala. «Caro Governo, sono le 6 di sera, un bar milanese sta chiudendo e ancora non sa se alle 6 di domani mattina potrà riaprire. Quando glielo facciamo sapere?», scrive Sala. Il punto è proprio questo. Le zone rosse colpiranno soprattutto i ristoratori. Certo, viene mantenuta l’attività di asporto e di delivery ma queste due modalità di vendita non sono convenienti per tutti (si pensi ai bar) e soprattutto non sono offerte da tutte, con la conseguenza che in tanti saranno costretti a non riaprire, perdendo pure la merce alimentare che andrà a male. 

Immancabili anche le critiche da parte delle opposizioni.  «A poche ore dall’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm di Conte gli italiani ancora non sanno in quale fascia sarà la regione in cui vivono: gialla, arancione o rossa? L’incertezza cromatica regna sovrana, ma forse gli italiani sono messi peggio. E’ inconcepibile che baristi, ristoratori e tutto il loro indotto, oltre ai negozi dell’abbigliamento e ad altri esercizi non sappiano ancora se devono fare ordinativi per domattina e se aprire o no le serrande», scrive in una nota la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini.

Come spiegato in un altro servizio, il ritardo nel definire la zona rossa sta nella strenua opposizione della Regione Lombardia. Attilio Fontana non vuole il lockdown per tutto il territorio. «Da nostre informazioni, l’ultima valutazione della Cabina di Monitoraggio del Cts con l’analisi dei 21 parametri risale a circa 10 giorni fa. Ciò è inaccettabile», ha scritto il governatore su Facebook. «Le valutazioni – aggiunge il governatore – devono essere fatte sulla base di dati aggiornati ad oggi, tenendo conto delle restrizioni già adottate in Lombardia, dei sacrifici già fatti dai lombardi in questi 10 giorni per contenere la diffusione del virus e dai quali registriamo un primo miglioramento». Fontana, al più, potrebbe essere disposto a ‘cedere’ alla zona rossa alcuni territori. Questa opposizione sta così rallentando le decisioni che competono al ministero della Salute. Intanto arrivano critiche anche a Fontana: «Fontana non si limiti a scaricare la responsabilità dell’ordinanza sul governo, ma si prenda la responsabilità di siglare l’intesa offrendo dati precisi e dicendo che cosa intende fare riguardo una possibile diversa gradazione dei provvedimenti nelle diverse zone della Lombardia», è la richiesta per il Pd lombardo avanzata dal segretario regionale Vinicio Peluffo e dal capogruppo Fabio Pizzul. «l Dpcm parla chiaro: la responsabilità deve essere condivisa tra ministero e Regioni», hanno aggiunto Peluffo e Pizzul, secondo i quali «in un momento come questo la collaborazione istituzionale deve essere massima e nessuno deve tirarsi indietro o scaricare su altri le responsabilità di scelte complicate e dolorose». 

mercoledì, 4 Novembre 2020 - 19:07
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