Pasticcio zone rosse, il Governo accelera sui ristori per frenare polemiche e ricorsi. Ma la Calabria è già pronta a impugnare


Lombardia, Calabria, Valle d’Aosta e Piemonte questa mattina si sono risvegliate zona rossa. Come a marzo, ma stavolta e per il momento solo per i loro cittadini, da oggi ricominciano a fare i conti con il lockdown deciso dal Governo tra mille polemiche e recriminazioni. Una situazione che ha dato la stura a un botta e risposta serrato tra l’Esecutivo guidato da Giuseppe Conte e i governatori in un vortice di accuse e recriminazioni che definire ‘surreale’ è poco. A infilarsi in questo vespaio è questa mattina Matteo Renzi che traccia una linea rossa sulle polemiche riconducendole a un’unica soluzione: la riforma del Titolo V. Il dibattito, insomma, si sposta sulla Costituzione e sui poteri delegati alle autonomie locali.

«Il caos di queste ore tra Regioni e Stato centrale – dice Renzi –  dimostra una cosa semplice: il Titolo V della Costituzione così com’è non funziona. Quattro anni fa – in quel famoso referendum – avevamo proposto di inserire la clausola di supremazia. Quella scelta ci avrebbe evitato il caos di oggi. È andata come è andata, ma adesso possiamo finalmente mettere da parte le simpatie e le antipatie e fare ciò che serve al Paese? Cambiare i rapporti tra Governo e Regioni è una priorità».

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Di certo i rapporti tra Governo centrale e Regioni non sono mai stati così tesi come oggi, nella storia del Paese. «Le Regioni non devono ignorare la gravità dei loro dati» rimbrotta il ministro della Salute Speranza che oggi terrà un’informativa alla Camera dei Deputati mentre Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna e rappresentante dei colleghi negli incontri con il Governo cerca di fare il pompiere: «Dobbiamo lavorare insieme e abbassare i toni, sulla valutazione dei dati non ci sono trattative, non è il calciomercato». Non lo segue però Nino Spirlì, presidente facente funzioni della Calabria, Regione che ha deciso di impugnare la nuova ordinanza del Ministero della Salute che rende la Calabria zona rossa: «Questa regione non merita un isolamento che rischia di esserle fatale» afferma Spirlì che parla di una volontà «evidentemente preconcetta» da parte del Governo «di “chiudere” una regione i cui dati epidemiologici, di fatto, non giustificano alcun lockdown, soprattutto se confrontati con quelli delle nostre compagne di sventura: Lombardia, Piemonte e Val d’Aosta».

«Altre regioni, con dati peggiori dei nostri – afferma ancora il presidente Spirlì – sono state inoltre inserite nella zona arancione e hanno evitato, e ne sono felice, la chiusura. Non si comprendono, perciò, i criteri scientifici in base ai quali il Governo ha deciso la ‘vita’ o la ‘morte’ di un territorio. Perché è di questo che si tratta: un nuovo lockdown rischia di annichilire in modo definitivo una regione come la Calabria».

Intanto oggi arriva in Consiglio dei Ministri il secondo decreto sui ristori da concedere alle Regioni ‘chiuse’, provvedimento che dovrebbe arrestare l’ondata di polemiche e che prevede misure per arginare le conseguenze economiche del lockdown su attività commerciali, imprese e partite Iva ma anche per famiglie e genitori. Ovviamente le misure saranno modulate in base al livello di rischio e alle diverse fasce di rischio. «Vogliamo superare questa pandemia, e possiamo farlo solo lavorando tutti insieme – annuncia il sottosegretario all’Economia Luara Castelli –  Parlamento, Governo, Enti territoriali, parti sociali. Nessuno escluso. Dobbiamo remare nella stessa direzione. È l’ora di mettere da parte le polemiche strumentali e di agire nell’interesse dei cittadini».

«Noi stiamo lavorando giorno e notte, confrontandoci con tutti coloro che realmente vogliono farlo – aggiunge – A partire dalle categorie produttive e dalle forze politiche di opposizione.
Nasce anche da questo confronto il nuovo Decreto che accompagna l’ultimo Dpcm Ancora una volta, interveniamo, immediatamente, per sostenere le famiglie e le imprese che saranno chiamate a nuovi sacrifici. È la priorità che ci siamo dati: accompagnare l’economia, tutelando la salute.
Per questo rifinanziamo congedi parentali e bonus asili nido ed estendiamo i contributi a fondo perduto, erogandoli direttamente sui conti correnti, anche ad alcune realtà che erano rimaste escluse dallo scorso Decreto».

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venerdì, 6 Novembre 2020 - 11:04
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