Coronavirus, a Napoli file di ambulanze e auto private negli ospedali. Il 118 scoppia, Galano: «Manca la medicina territoriale»

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(foto Kontrolab)

Il lungomare di Napoli preso d’assalto nella domenica di sole e caldo appena scivolata via. Come via Toledo che ritrova un via via che sembrava perduto. Tutto mentre il rischio che la Campania diventi zona arancione se non addirittura rossa diventa più concreto. Tutto mentre impazzano le critiche verso il sindaco Luigi de Magistris, che non ha raccolto l’invito del governatore Vincenzo De Luca a chiudere parchi e lungomari per evitare assembramenti.

Per l’inquilino di Palazzo San Giacomo chiudere «una strada non ha alcuna senso e, anzi, può provocare un effetto imbuto su altri luoghi e inoltre con le chiusure si corre il rischio che le persone si vedano al chiuso delle case dove il pericolo di contagio è maggiore rispetto ai luoghi all’aperto. Non si possono colpevolizzare i cittadini che escono, e con la mascherina, perché nella zona gialla non c’é alcun divieto ad uscire così come è assurdo investire un sindaco di una decisione che non serve a nulla». Per de Magistris il dibattito sulle strade da chiudere «distrae l’attenzione dal tema vero che è quello delle file davanti agli ospedali cittadini». E gli ospedali sono di nuovo in sofferenza, benché il bollettino dell’Unità di crisi della Campania annoti la disponibilità di posti letto. Le storie di persone che faticano ad ottenere un ricovero si moltiplicano e sembrano fare a pugni con le promesse di De Luca, ripetute come un’ossessione, che in Campania nessuno sarebbe rimasto senza cure.

Invece a leggere il post denuncia del sindaco di Casal di Principe Renato Natale monta la rabbia: «Stanotte un altro nostro concittadino ci ha lasciato, dopo quella che i suoi familiari hanno definito un’odissea. Per giorni hanno richiesto, e noi abbiamo sollecitato, il ricovero, arrivato evidentemente troppo tardi». «Ancora stamattina – prosegue Natale – abbiamo per l’ennesima volta sollecitato interventi urgenti; sappiamo che è una situazione difficile, sappiamo bene che la diffusione del contagio è oramai a livelli insostenibili per il sistema sanitario, ma ciononostante non possiamo rimanere in silenzio e accettare quello che qualcuno vuole presentarci come ineluttabile, e nel contempo non vuole prendere atto della situazione grave continuando a sottovalutare il rischio». Qualche giorno fa il sindaco di Lusciano, comune vicino a Casal di Principe, ha denunciato un caso quasi simile.

«Ci sono file di ambulanze e auto private in tutti gli ospedali di Napoli, Cotugno, Cardarelli, Ospedale del Mare sono tutti in crisi totale nel ricevere i pazienti covid», denuncia Giuseppe Galano, responsabile del 118 a Napoli e coordinatore della rete regionale di emergenza. «Stiamo portando – spiega – pazienti anche all’ospedale Pellegrini e al San Paolo, perché ormai non riusciamo più a smaltire con i grandi ospedali. Ma anche queste strutture vanno in difficoltà perché hanno pochi posti riservati ai sospetti covid e si ingolfano velocemente. La situazione è questa a Napoli ma so che è’ molto difficile anche nelle Asl della provincia».

Anche il 118 è in enorme sofferenza. E questo perché, prosegue Galano, «manca la medicina territoriale». Ossia c’è un problema coi medici di base. Il responsabile del 118 a Napoli e coordinatore della rete regionale di emergenza spiega infatti che «oggi ci sono a Napoli 12 medici in servizio al 118 e 40 nella guardia medica. Che stanno facendo? Avevo chiesto di incorporarli anche solo per organizzare le visite a domicilio dei codici bianchi, ma dicono che il loro contratto non lo prevede». «Oggi la catena del servizio sanitario significa sopravvivenza della popolazione. Un medico può stare a guardare il contratto? – incalza – Si sono sottratti a questo dovere, parlano di contratto, qua ci sta la gente assistita in auto davanti agli ospedali e tu dici che il contratto non lo prevede?». Già la scorsa settimana Galano aveva lanciato un appello per incorporare nella rete dell’emergenza i sanitari della guardia medica che in città hanno il compito di assistere i cittadini in particolare negli orari notturni e nei festivi, supplendo al medico di base. «Un appello rimasto inascoltato – afferma Galano – e che invece può dare un contributo importante. Parlo di medici che vivono una autonomia assoluta e non danno un contributo nell’emergenza covid. Incorporarli nell’organizzazione del 118 non significa impegnarli sui codici rossi, significa dare una organizzazione alla cura dei codici bianchi, mandarli a fare le visite a domicilio, una cura che eviterebbe anche molte chiamate al 118 di persone che invece sono abbandonate a se stesse. E non mi dicano che mancano loro di dpi, perché ho già detto nei giorni scorsi che sono pronto a fornirli io perché vadano a casa delle persone».

Il sindaco, intanto, continua a soffiare sul fuoco dell’emergenza per andare contro Vincenzo De Luca e invoca la zona rossa per la Campania: «E’ solo il lockdown o la zona rossa che impediscono alle persone di uscire come in questi giorni ed assembrarsi, ma solo il presidente del Consiglio dei Ministri può deliberare su questo. Cosi’ come la zona rossa di una Regione o di una o più città può adottarla anche il presidente della Regione». E ancora: «Se la situazione degli ospedali e’ drammatica, come appare dalle testimonianze raccolte, vuol dire che probabilmente chi ha dichiarato la Campania zona gialla ha sbagliato forse anche perché tratto in errore da dati non attuali, precisi e corretti forniti dagli uffici regionali».

lunedì, 9 Novembre 2020 - 07:15
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